giovedì 23 settembre 2010

martedì 21 settembre 2010

giovedì 9 settembre 2010

Rassegnazione stampa

Ovvero il web letterario italiano sunto in stringatezza per chi c’ha ancora in mano l’ultimo mojito preso in vacanza (e non lo vuole mollare manco morto).

martedì 7 settembre 2010

LA RECENSIONE IN FIERI: NOSTROMO di Joseph Conrad - Parte II

Dunque.
Ci eravamo lasciati con un pallosissimo – seppur interessante – flashback di 120 pagine sulla storia del Costaguana, della miniera d’argento e della vita dei coniugi Gould.
Ora, finalmente, si torna al presente. E la storia ingrana.

La seconda parte: Le Isabelle.

venerdì 27 agosto 2010

Capitolo I, accenno alla settima parte

[nel quale l'autore, rallentato - o meglio, forse, allentato - da' recenti caldi, ed estivi allettamenti di pigrizia, vi propone un lento ritorno ai quadri generici che andranno a far da sfondo alla sua opra faticosa: pochi altri, di quadri generici, ancora: dopodiché si potrà finalmente entrare in un qualche vivo-dell'-azione - o così tenta di farvi credere, almeno, lui]


quindi, la vita ricominciava.

giovedì 19 agosto 2010

L'Ispettore Sgabello - 1.2: "Odio quando succede"


Secondo intermezzo estivo per l'Ispettore Sgabello, che ricomparirà sugli schermi di Sanjuro con un nuovo episodio completo nella seconda metà di settembre.

lunedì 16 agosto 2010

LA RECENSIONE IN FIERI: NOSTROMO, di Joseph Conrad

Pare che qualcuno non sia d'accordo sul fatto che si possa giudicare uno scrittore dopo aver letto un solo libro.

Io lo faccio e la notte dormo il sonno dei giusti.

Ma faccio anche di più.

Con questa recensione – ovviamente è una summer special rewiew – ho intenzione di giudicare mentre il libro lo sto ancora leggendo.

giovedì 12 agosto 2010

Critica prescrittiva

QUALCUNO HA MENTITO di Marco Mancassola.
Dopo Il mondo senza di me, interessante novella sperimentale alla OuLiPo nella quale lo scrittore veneto immagina un mondo senza preposizioni proprie e pronomi tonici, il Mancassola si cimenta in un più ortodosso whodunnit all'anglosassone. A prima vista gli elementi classici del genere ci sono tutti: c’è Londra, c’è la dhroga, c’è la discoteca, c’è il sesso, c’è la camminata notturna, c’è il morto stecchito, c’è il male di vivere, c’è il giro di vite (con abbondante annaffiata di svitol, tanto per facilitare l’avanzamento della trama), c’è il sasso che rompe la finestra e poi la mano, da cui è partito il sasso, che si nasconde - insomma c’è il c’è e non c’è così come il si fa e ci fa (o almeno sembra farci). Peccato che poi, con tutto questo materiale, l’autore non riesca a tirar fuori una bella costruzione, ma un solo e semplice mattone. Siamo franchi, qua manca proprio l’abc della forma romanzo: storia e intreccio sono deboli se non anemici, i personaggi non sono credibili, e il Mancassola, se anche ha qualcosa da dire, non la dice certo in modo chiaro e significativo. Originale forse, ma quello al massimo lo si deve considerare un di più, e non certo un pregio tout-court.

(spoiler: l’assassino, alla fine, è Antonio Franchini - ma questo viene rivelato solo nella cartella stampa di presentazione del tomo, avendo l’accortezza di tenerla rovesciata di fronte a uno specchio scheggiato)

venerdì 6 agosto 2010

Non tutti gli aperitivi. La prefazione dell'autore (ancora?)

[nel quale l'autore - sempre seduto sul tripode di rame- no: quella era un'altra cosa; nel quale l'autore, sempre accomodato sulla - nella? - confortevole poltrona di pelle della Sala Rossa - il caminetto a schioccare piacevole; bottiglia di pastis e caraffa d'acqua sul tavolétto da caffè; gli splendenti pomelli de' bastoni da passeggio lucenti, di fresco lucidati col Sidol: il fiero levriero affilato, il bracco sospeso nell'attimo del voltar la testa al fischio del Padrone, la testa di moro - inizia, l'autore, una personale riflessione sulla parola lètta, e scritta]

giovedì 5 agosto 2010

L'Ispettore Sgabello - 1.1: Promenade


Un piccolo intermezzo estivo per l'Ispettore Sgabello, che tornerà sugli schermi di Sanjuro con un nuovo episodio completo nella seconda metà di settembre.

lunedì 2 agosto 2010

Il vento nuovo arriva dalla Francia

Finalmente un giovane autore che non delude.
Ero davvero convinto che il massimalismo fosse morto in Russia il secolo scorso. Che i libri-fiume fossero scivolati nel Volga e portati via dalla corrente. Invece, misteriosamente, riaffiorano nella Senna.

La Francia ci fa dono di un quasi esordiente, ma con grandi idee e il coraggio di portare avanti una trama vera e propria.
Il minimalismo non l'ha sfiorato, il postmoderno non l'ha corrotto, il post-postmoderno (?) non sa cosa sia: questo ragazzo non sembra neanche del nostro secolo.

venerdì 30 luglio 2010

Capitolo 1, sesta parte

[e la definizione di dipsomania narra di accessi periodici inevitabili di ingestione d'alcolico: seguiti però da quiete e pacificazione durante la quale le bevande spiritose provocano addirittura, al pensiero, ripugnanza. E quindi arriverà anche il momento per parlare di frivolezze e massimi sistemi, e per fare sobrie riflessioni sulla Vita eccetera. Ma, per ora-]

... senza limite alcuno: come a dover spegnere una sete immanente, e implacabile. Vagavamo — quando non s'era negli stabilimenti preposti al servir l'alcool - vagavamo da una festa all'altra, da un appartamento all'altro

giovedì 29 luglio 2010

Rassegnazione Stampa

Ovvero il web letterario italiano sminuzzato, triturato, centrifugato e servito con contorno di link e sagacità per chi non c’ha tempo di leggersi tutta la pappardella originante.

mercoledì 28 luglio 2010

Apposta sulle poste - Step 2

Giorno 5

Ritiro raccomandata. Poco male, c’è un ufficio a due passi da casa. Il sabato mattina è sempre vuoto.

“Buongiorno, dovrei ritirare una raccomandata. Mi hanno lasciato nella cassetta questo avviso”.

“Bene, mi dia il cartoncino. Ah, mi scusi signorina, questo non è l’ufficio giusto”.

“Ah no?”

“No. Vede, ogni zona ha un ufficio postale associato. Lei deve andare in Posta Centrale”.

“In Posta Centrale? Mi scusi, ma io abito qua dietro…”

“Vede, signorina, la vicinanza fisica non è l’unico parametro da prendere in considerazione. Ci son ben altre variabili che determinano l’ufficio postale abilitato alla consegna della corrispondenza. Quindi, come si legge bene nel cartoncino che lei mi ha consegnato, l’ufficio postale di competenza per la sua posta è esattamente quello che le ho indicato. Non la posso proprio aiutare”.

venerdì 23 luglio 2010

Capitolo 1, quinta parte

[così è notte: e il vostro autore – è un outbreak di quasi-diaristica - si trova nella piccola cucina perfettamente cubica di un alberghétto di montagna con vista-su-statale; con la coda dell'occhio guarda l'impenetrabile, làttea cortina clorina di un bicchiere di acqua di rubinetto vanire lenta verso l'alto: mentre scrive sul portatile ed è esausto e non c'è tempo e-]

giovedì 22 luglio 2010

Critica Prescrittiva

MAURO CORONA - Opera Omnia

È arrivato il momento delle scuse. Sì, perché non è possibile, per un ruspante critico internettiano come io mi pregio di essere, tenere una qualsivoglia rubrica di recensioni letterarie senza non dico affrontare, ma anche solo citare la mastodontica, e per dimensioni e per qualità inventive, fanta-opera che il Corona è andato costruendo negli ultimi anni. Di questo Philip Dick italiano post litteram si è oramai detto, scritto, visto e ascoltato tutto: cugino illegittimo di terzo grado di Gene Roddenberry, dal quale mutuerà a quanto pare inconsapevolmente l’iconica barba bianca, dopo una felice infanzia come ciottolo di torrente, si laurea a pieni voti in Chimica del Riflusso Gastroesofageo. Inizia quindi a esercitare la professione docente presso l’istituto superiore Xenu Battisti a Pordenone, e inizia a scrivere e pubblicare i primi romanzi. È però solo dopo un fatale quanto famigerato accadimento avvenuto a Erto (durante la Notte della Grande Pigna, come amerà più volte denominarla in seguito) che il Corona decide di abbandonare la civilità come la conosciamo, di ritirarsi presso una spelonca mistica nel Vajont e, da lì, far recapitare presso le più importanti case editrici i frutti della sua ricerca spirituale.

giovedì 15 luglio 2010

Critica ignorante

Così tanti libri, così poca pausa pranzo (la cui gran parte è dedicata al broccolaggio della nuova stagista).
Critica ignorante! Il miglior modo per far finta di aver letto tutti i libri più in vista nelle vetrine delle librerie Mondadori! (qui la prima critica ignorante)

mercoledì 14 luglio 2010

giovedì 8 luglio 2010

Critica prescrittiva



LA RICERCA DELLA LINGUA PERFETTA NELLA CULTURA EUROPEA di Umberto Eco

Ci sono molti modi per reinventarsi una carriera, e l’Eco, una volta finiti nel dimenticatoio i ruggenti anni a far da programmista RAI e compilatore di quesiti esoterici per le versioni da tavolo dei più famosi quiz televisivi, ha trovato certamente la maniera più furba e godereccia di rifarsi il palato e la carriera insieme. Come un novello Artusi postmoderno – ibridato con Gordon Ramsay e speziato con diverse once di Hunter Thompson – l’Eco s’è infatti lanciato in uno spericolato viaggio/ricognizione sui più disparati deschi d’Europa, il tutto per documentare con grande estro narrativo e scientifica attenzione alle recenti tendenze della cucina molecolare la storia di un'illusione e di un fallimento: la ricerca di una lingua unica e perfetta, capace di affratellare tutti gli europei a un’unica tavola. Un sogno perseguito tenacemente, dal VI secolo dopo Cristo a oggi, dalla Serra da Estrela agli Urali, attraverso cucine e tavole di re e poveracci. Ecco che così l’Eco, grazie a questo escamotage storico-digestivo, si propone a un grande ritorno tv, candidandosi naturalmente a prendere quel posto ne “La prova del cuoco” lasciato vuoto dalle controverse affermazioni di stampo felino del Giuseppe Bigazzi detto Beppe. E se lingua perfetta non sarà, almeno ne verrà fuori un buon bollito misto.

mercoledì 7 luglio 2010

Oroscopò del mese che preferisci

Cancro
AMORE: ritrattate tutto
LAVORO: la società capitalistica ha fatto il suo tempo, scambiate le vostre risorse finanziare con ombrellini colorati da cocktail.
SALUTE: importunate il vostro medico fino a convincerlo a rilasciarvi un certificato di buona salute.  Sarà di giovamento. La menzogna, spesso, è la miglior curatrice.

venerdì 2 luglio 2010

Capitolo 1, quarta parte

[sì, vabbè - l’autore vi ha mentito: la tacchénza lirica, o perlomeno la Prosa Viola, ancora. Non odiatelo.]



E si era fedeli; stanziali, e fedeli.

giovedì 1 luglio 2010

Rassegnazione Stampa

Ovvero il web letterario italiano compendiato e riassunto con consumato sarcasmo critico (sono consigliati, durante la lettura, gotto di cabernet e toscanello smozzicato)

lunedì 28 giugno 2010

STORIA DI UNA PERSONA QUALSIASI A CUI E' STATO DEDICATO UN LIBRO

Overton Kavanaugh è morto il 17 giugno 1994.

Lexington è la seconda città del Kentucky per numero di abitanti.
280 mila, più o meno come Verona. Più piccola di Bologna, più grande di Taranto. 
Il 23 maggio del 1933 vi nacque Seabiscuit – e questo può interessare gli appassionati di cavalli.
Il 6 maggio 1961 vi nacque George Clooney – e questo mi stupirei di sapere chi possa interessare.
Il fatto che vi nacque anche Overton Kavanaugh non interessa davvero a nessuno. Tranne me.
Overton dev’essere un nome tremendo per un bambino. Non ho un grande orecchio per l’onomastica anglosassone, ma il fatto che fin da ragazzino si sia fatto chiamare Toby la dice lunga sull'argomento.
Toby dunque, e quel nome gli rimase appiccicato tutta la vita.

venerdì 25 giugno 2010

Capitolo 1, terza puntata

[nel quale c’è – nel breve spazio d’una cartella – il vanire della tacchénza lirica delle due precedenti puntate, e un cenno finale d’allegoria – ma blanda, così.]

Tutti si scivolava lenti, quindi

giovedì 24 giugno 2010

Critica prescrittiva

ARMI, ACCIAIO E MALATTIE di Jared Diamond
Caro il mio Diamond no, così non ci siamo proprio. Il titolo prometteva bene, e la prospettiva di un bel fantasy classico e corpacciuto, tutto spadone e macellamenti e infezioni mortali, e soprattutto privo di frocerie pseudo-adolescenziali come elfi, maghi e esseri sovrannaturali mezzi ignudi che ti ammaliano con un solo sguardo dei loro occhi cerulei, non poteva essere disattesa in maniera peggiore. Per carità la costruzione di un mondo narrativo c'è tutta, pure troppo: dettagli sulle coltivazioni, le migrazioni degli animali, i cambiamenti climatici... L'ambaradan, come dicevo, è anche troppo ricco, ma in fondo ci può stare - solo se poi ci si mette dentro una storia ben definita con dei personaggi che costruiscano qualcosa di significativo. Cose che qui mancano in maniera vistosa. Magari l'ambizione era quella di creare un Silmarillion dei tempi odierni, meno allegorico e più scientificamente fondato, ma quello lo si può fare solo dopo aver scritto il Signore degli Anelli (mentre il Diamond, prima di questa opera, ha dato alle stampe una raccolta di brevi raccontini ambientati nell'universo narrativo di "Sex and the City", intitolata "Perché il sesso è divertente?").

lunedì 21 giugno 2010

UN GIUDIZIO SU NEIL GAIMAN DOPO AVER LETTO NESSUN DOVE.

Sai, ho letto un libro di Neil Gaiman...
Chi?
Dai, quello che ha scritto Sandman.
Ah... ok

Ecco. Se non fossi lo stronzo che sono questo post finirebbe qui.
Senza infierire troppo quello che voglio dire è già chiaro.
Io però sono proprio lo stronzo che sono, e due parole in più le getto al vento con gusto.



venerdì 18 giugno 2010

Capitolo 1, seconda puntata

[nel quale, per volontà dell’autore - nonché per modeste tracce di scherzo e dispetto – le gonadi di chi legge continueranno a frangersi spumeggianti contro le superfici giusto’appena sbozzate di quel potente frangiflutti che è l’Artificioso Stile: contro la Prosa Viola, il Lirismo Elegiaco; ma poi lo stesso – cioè l’autore – tornerà – ve lo promette! - a rocambola e grandi bevute e caciara e fragorose flatulenze; e se non è venerdì prossimo, sarà quello dopo. Ma, per ora, si continua così: uh!]

giovedì 17 giugno 2010

Critica prescrittiva

QUESTO E' IL GIARDINO di Giulio Mozzi

Usciti sotto forma di dispense assieme al noto quadrimestrale "Fare un orto così" (punto di riferimento per tutti gli appassionati di guerrilla gardening), vengono finalmente raccolti in un'unica edizione di lusso questi racconti vegetali del Mozzi. Temi e ambienti sono i più disparati, e non mancano le trovate ingegnose: dalla storia di un apprendista vignaiolo che non riesce a bruscare nella maniera più adatta i propri tralci, passando per l'allegorico resoconto delle ultime ore di una bellissima felce da salotto, fino all'autoreferenziale "Per la pubblicazione del mio primo bonsai". L'intento di tutte le storie qui raccolte è scopertamente ludico, tanto che alla fine il contesto verde sembra essere più che altro un pretesto, e non un motivo strutturante nel profondo. Peccato, perché la rinnovata sensibilità ecologica dei nostri giorni meriterebbe un cantore finalmente attento a tutte le varie istanze di questo mondo così vicino a noi, dalle stravaganti pratiche dell'innesto semi-automatico inter-specie cross-culturale sub-iudicio neo-plasmatico post-cromosomiale, al corretto utilizzo dei polifosfati nella cura dei baobab venusiani.

mercoledì 16 giugno 2010

Attraverso il campo di grano di fronte.
Scopro che non è grano.
Allora penso.
Pensando mi delegittimo.
Son figlia di un re?
Non mi pare.
ah. beh.

lunedì 14 giugno 2010

Calàfati

Cammino tra le calli. Manca mezz’ora al tramonto e l’aria è stranamente tersa.
A due passi dall’Arsenale, sul portone della chiesetta di San Martino un volantino mi induce in tentazione. L’occhio è attratto da una sequenza di lettere ancor prima che il cervello abbia attribuito loro un senso: Calàfati.
Orpo, i calàfati!
Da molti anni i calàfati mi intrigano. Fin da bambino, quando lessi la fiaba di Griselda nel palazzo calafatato.
Davanti al portone della chiesa, le mani in tasca per il freddo, contemplo la scritta:
 
SOCIETÀ DI MUTUO SOCCORSO PER CARPENTIERI E CALAFATI.

Forse non tutti sanno cosa sia un calàfato, ma per questo esiste il vocabolario e in fondo ha un’importanza relativa.
Perché quel che c’è scritto sul volantino è ancora più interessante e soddisfa un’insaziabile domanda dell’uomo moderno: il calàfato ce l’ha il Santo Patrono? Ce l’ha, e c’è scritto.
Lo leggo, e so che meriterebbe di essere inciso sulla pietra o scolpito sul portone della chiesa.
Lo leggo, e fin da subito sale al primo posto nella mia personale top ten dei santi.

San Foca.

venerdì 11 giugno 2010

Si comincia davvero, ora: capitolo I, parte 1

L’importante è ridere, menare e ridere, ridere e menare.


Gargantua e Pantagruele, IV.12



Così erano i tempi agri e violenti dell’università; i tempi durissimi, agri del non dormire, del bere troppo – del bere male: del vuotar’ bicchieri mezzi pieni alle feste: bottiglie di birra abbandonate in giro, sole;

giovedì 10 giugno 2010

Critica prescrittiva

LA LINGUA SALVATA di Elias Canetti

Gli anni dell'infanzia, gli anni dei traumi inconsapevoli che segneranno una vita e un intelletto, gli anni dell'appetito e della buona forchetta. In questa bella, seppure imperfetta, opera di autobiografia culinaria, il Canetti compila più di un centinaio di schede riguardanti la cucina mitteleuropea a cavallo fra l'800 e il 900. La particolarità è che la tassonomia seguita ricalca la vita stessa dell'autore, ovvero i piatti sono presentati nell'ordine in cui il Canetti se li è mangiati in vita sua. Una trovata originale, non c'è che dire, ma molto scomoda per la massaia che si trovi a dover recuperare una qualche ricetta in tutta fretta.

mercoledì 9 giugno 2010

Supermarket d'emozione



Adoro andare a fare la spesa.

Sarà  un affiorare timido della casalinga che c'è in me.

Sarà  una latente dipendenza dallo shopping. Sarà...

La prorompente pienezza degli scaffali  scatena  scosse telluriche di piacere.

BO. BOM.

Una scossa di tellurico piacere. 

lunedì 7 giugno 2010

STRANE COSE CHE SI POSSONO TROVARE FUORI DALLE PORTE DI KAIROUAN


Uqba ibn Nafì naque nel 622.


Non si conosce il luogo di nascita, ma è certo che morì vicino all’attuale Biskra, in Algeria, nel 683.

Considerato da alcuni l’Alessandro Magno arabo, fu il condottiero che iniziò la conquista del Maghreb e vi portò la religione mussulmana.

Perché ai miei occhi è così interessante Uqba ibn Nafì?

Non lo è.

domenica 6 giugno 2010

Microcarver - 7

Ci sono spazzini e spazzini, pensava Ettore. Quelli che vorrebbero essere dirigenti, avere due cellulari, un Suv, e poi quelli come me. La teoria delle stringhe.

venerdì 4 giugno 2010

Non tutti gli aperitivi. La prefazione dell'autore

Con un certo


DUBBIO


si late quindi qui niente meno ch’una


*** Prefazione dell’Autore ***


nella quale l’Autore tenterà di

giovedì 3 giugno 2010

Critica prescrittiva

COME HO PERSO LA GUERRA di Filippo Bologna

Nei boschi sopra Castel Madero qualcuno tende agguati ai cacciatori e li mutila del dito con cui premono il grilletto. Questa è l'entusiasmante premessa con la quale ci viene presentato Marco, ovvero l'Uomo Nuovo, il fondatore di una nuova civiltà troglodita libera dalla tirannia degli inutensili. Marco vive in una caverna sui monti del Maderese, epicentro del futuro mondo primitivo. Non sono in pochi a interferire col suo progetto: cantieri che divorano montagne e sorgenti d'acqua purissima, nouveaux riches russi che sembrano usciti direttamente dalla penna del miglior Nori, bracconieri digitali, piccoli gangster, carabinieri "survivalisti", antiche famiglie agricolo-feudali che cercano di ristabilire la propria tronfia regola fingendosi dalla parte del popolino rozzo ma sano, palestrati nazisti e un gruppo clandestino che - ispirandosi a un oscuro autore di fantascienza - ha dichiarato di "voler perdere ogni guerra, sempre". Per Marco "nessun luogo vale un assedio", si ritiene un nomade e potrebbe anche andare altrove, ma un piccolo evento - la scomparsa in un pozzo artesiano di un sanbernardo di nome "Charles Bronson" - sta già rotolando e presto si gonfierà a palla di neve, travolgendo lui e i suoi "alleati": Gaia, barista rabdomante, e Sidney, nigeriano fuggito da un canile che canile non è. Finisce che il Bologna si prende i complimenti da Veronesi e da Nesi (due che sognavano di collaborare da sempre, per ben comprensibili motivi anagrafici), e il lettore dovrebbe pensare che il postmoderno è ancora vivo e, soprattutto, figo.

mercoledì 2 giugno 2010

Oroscopò del mese (il problema è capire quale)

Gemelli

AMORE: Decriptate i messaggi lasciati sul frigo.
LAVORO: Evitate l’uso della mongolfiera per i vostri spostamenti casa – lavoro. Vi renderete conto che esistono altri metodi per farvi notare ed ottenere un aumento.

SALUTE: Omega 3. A profusione.

lunedì 31 maggio 2010

Lettera aperta ad HARUKI MURAKAMI dopo aver letto KAFKA SULLA SPIAGGIA, e in attesa della pubblicazione del super mattone 1Q84, già considerato the best of the best

Venezia, 31/05/2010


Haruki, ti giuro, vorrei davvero spezzarla una lancia in tuo favore, ma non mi rendi la vita facile!

Ho cominciato a leggerti quando non ti cagava nessuno. Ora sei lo scrittore giappo più famoso al mondo, ogni paio d'anni ti candidano per il Nobel, persino i recensori del NY Times Book Rewiew si spellano le mani ogni volta che esce un tuo  libro.

Ma Haruki, devo dirtelo, sono 15 anni che non ne scrivi uno decente.

domenica 30 maggio 2010

Microcarver - 6

- Piove, disse lui.
Proprio in quell'istante il bambino si mise a piangere e un'anatra dal torrente vicino si alzò in volo.
Lei guardò il bambino, come fosse stata colpa sua.

venerdì 28 maggio 2010

Rassegnazione stampa

Ovvero il web letterario italiano letto e commentato in comodità per chi non c’ha ancora l’Ipad (prima di tutto: vergogna! Poi inchinatevi di fronte a Steve Jobs, miscredenti)

giovedì 20 maggio 2010

Non tutti gli aperitivi. Preambolo, 4/4

Un paio d’ore dopo veniamo spazzati fuori da questo bar criminale, senza etica e senza-dio, e dallo spazio porticato ad esso afferente; e ci ritroviamo a vagare in cerca di alimento ancora. Qui le cose, nella mia ricostruzione mentale, si confondono un po'

mercoledì 19 maggio 2010

martedì 18 maggio 2010

Non tutti gli aperitivi. Preambolo, 2/4

Questo era poche ore prima – una decina d'ore prima, o qualcosa del genere. Poi c'è stato uno zigzagare per il centro del quale – ne sono sicuro - potrei con sicurezza ridescrivere i vettori, ritracciare le trajettorie, i moventi, e le causali di spesa - soprattutto quelle. Avrei solamente da pensarci un attimo: un attimo.

lunedì 17 maggio 2010

Non tutti gli aperitivi. Preambolo, 1/4

Non tutti gli aperitiviCome ci assicurano i più autorevoli de' testi antichi - e ci confortano in questo il sapere pratico e l’uso cotidiano delle genti - non tutte le radici di ginseng recano beneficio e giovamento allo stesso modo – anzi: soltanto le radici provenienti da una remota regione del sud-est della Cina – o del sud-ovest, forse? - soltanto cioè quelle, di radici, cresciute in una regione che si raggiunge, per obbligo di stereotipo, esclusivamente dopo tortuosi e impervi percorsi di montagna,

venerdì 14 maggio 2010

Da lunedì 17 maggio, su Sanjuro

Così senza troppo tergiversare paghiamo il bevuto, ci alziamo, e pochi minuti dopo già siamo qualche piazza più a nord – in una piazza di solito negletta: infrequentata e infrequentabile – a bere questi famigerati, criminali, trucibaldissimi spritz a un euro: a un euro: dove lo spritz a un euro è quel burrone di plastica trasparente croccante dal quale cadendo l’etica di un ristoratore si sgretola in piccolissimi frammenti: che hanno la tessitura del nócciolo dell’oliva, le stesse rughe fortemente incise.

NON TUTTI GLI APERITIVI. L’attesissimo romanzo a puntate di davide zambon: così attesissimo che l’autore stesso iniziava a spazientirsi.

giovedì 13 maggio 2010

Sul perché i giovani scrittori italiani non hanno niente da dire

Hai 10 anni.
Sei nato a San Francisco, in California.
La tua casa è vicino al Golden Gate Park, a due passi dall’imbocco di quella baia in cui Jack London da ragazzino pescava ostriche di frodo.
Hai avuto un’infanzia come tutti: amici, scuola, genitori. Nulla di particolare.
Nel 1938 una lieve tonsillite.
E' iniziata con un normale raffreddore, un po' di mal di gola, qualche linea di febbre. Nulla di preoccupante. Una banale infezione delle vie aeree – ha detto il medico.
E’ passata in pochi giorni.
Qualche tempo dopo, una domenica passata a giocare con gli amici e la sera ti sentivi tutto indolenzito. Le ginocchia, i gomiti, le caviglie. La notte ti sei svegliato febbricitante e in preda al panico, il cuore che batteva come dopo una corsa.
Il medico è venuto di nuovo. Ti ha visitato con cura.
Febbre reumatica – ha detto preoccupato. – Nei bambini spesso causa artrite alle articolazioni e soffio al cuore. E’ necessario il ricovero.
Papà e mamma ti hanno portato allo Stanford Children’s Convalescent.
Ci sei rimasto un anno intero.

domenica 9 maggio 2010

Microcarver - 5

Quando lavorava al computer, Ettore si estraniava. Sua moglie allora si rigirava nel letto ogni volta che lui premeva sui tasti, sperando che la notasse. Tutte le sere il gatto portava a casa un animale morto diverso.

venerdì 7 maggio 2010

Critica prescrittiva

VENERE PRIVATA di Giorgio Scerbanenco

Per uno scrittore è sempre molto pericoloso voler ambientare una propria storia nel mondo dell'arte contemporanea; quello che si rischia di solito è di infilare una serie di scene involontariamente esilaranti, oppure di ammorbare il lettore con pagine e pagine di allegorie suppostamente crossmediali con le quali esprimere il proprio disgusto per la spesonalizzazione della società contemporanea (qualcuno ha detto il DeLillo?). Lo Scerbanenco, qui, prova il doppio carpiato, smaltando assieme arte classica, body art estrema, favola morale e poliziottesco anni 70 (concessione, quest'ultima, a una concezione della letteratura gggiovane e contemporanea molto in voga qualche anno che fu, propugnata dal solito manipolo di debosciati che invece di leggersi, chessò, il Proust, si erano sorbiti sornioni il Machiavelli (Loriano) o gli Fruttero e Lucentini (ricavandone tutto lo sbagliato possibile)). Di carne al fuoco, dicevo, ce n'è davvero molta, e lo Scerbanenco si muove tutto sommato con agilità fra riletture di sculture classiche, denuncia del mercato dell'arte, spettacoli burlesque meneghini e un protagonista, il Duca, che chiaramente si rifà al Bowie prima maniera (gran fantasia, eh), tutto truccone e parruccone e performative art. Peccato solo che la somma di queste parti non vada a costituire alla fine un tutto omogeneo, lasciando il romanzo come monco di qualche parte (da attribuire forse a qualche editor troppo interventista? o semplicemente troppo maldestro).

giovedì 6 maggio 2010

Una geisha moderna

Se di generalizzazioni generalizziamo allora ecco che, in questo caso, generalizzassimo. Non esistendo, presumo, un corrispettivo maschile di geisha, il lettore dovrà farsi carico di  approssimare per eccesso il genere femminile a quello maschile. Inoltre, ogni commesso, perché di ciò ci si accinge a generalizzare, ha in sé i geni della commessa.

martedì 4 maggio 2010

Microcarver - 4

- Ho bisogno di un goccio - disse Michele.
- Non c'è niente - rispose lei senza neppure girarsi. Tagliava le zucchine.
- Cosa?
- Ho buttato via tutto - disse, pulendo la lama del coltello sul grembiule.
Michele aprì l'armadietto e fissò il vuoto per quasi due ore. Si sentiva sudato dentro.

lunedì 3 maggio 2010

Il deserto di Sonora è un pezzetto di terra grande quanto l’Italia, al confine tra Messico e Stati Uniti.

E’ un deserto anomalo. Niente dune, niente sabbia a perdita d’occhio. Questo è il deserto dei grandi film western: cactus, arbusti, cespugli portati dal vento. Gli aridi bassopiani di mesquite e cresoto sono tagliati da profondi canyon di quercia e sicomoro.

La temperatura media sfiora i 40°C ma non mancano le zone umide, complici la vicinanza dell’oceano, le sorgenti naturali e un secolare lavoro di canalizzazione portato avanti dagli indiani Hokokam.

E’ qui, tra ruscelli, sorgenti e canali di scolo che vive il bufo alvarius.

mercoledì 28 aprile 2010

Oroscopò!

Ariete:

Amore: Se c'è una cosa che infastidisce il vostro partner è quando usate la grattugia per accorciarvi  le unghie. Siate meno irruenti nelle vostre partiche di igiene personale. Sarà gratificante per entrambi
Lavoro: L'ermetismo spesso salva dai guai. A buon intenditor...
Salute: Non grattatevi.

 

martedì 27 aprile 2010

Santi Patroni

Partiamo dai luoghi comuni: Italia, terra di santi, poeti e navigatori.

I poeti e i navigatori un’altra volta, oggi mi interessano i santi.

Non tutti i santi, però. Ci sono santi e santi. Io voglio la creme de la creme: i Santi Patroni.

Il Santo Patrono, protettore delle arti, dei mestieri, delle città, dei paesi e di tutto ciò che la mente umana può concepire è passato un po’ di moda in questo breve scorcio di inizio millennio. Lo spettro dell’ateismo getta la sua lunga ombra sull’Italia.

La fede è in dubbio, il Papa è messo in discussione, l’Ignoranza sobilla per togliere i crocefissi dalle scuole e dai luoghi pubblici. Dubbie associazioni che un tempo sarebbero state bollate come eretiche – e i cui adepti bruciati sulla pubblica piazza con un pizzico di finocchio – oggi istituiscono la giornata dello sbattezzo. Un illuminismo di ritorno vorrebbe farci credere che la scienza può spiegare tutto e l’uomo è il dio di se stesso e del mondo.

E noi cosa possiamo fare?

lunedì 26 aprile 2010

Critica prescrittiva

MI COMPRO UNA GILERA di Paolo Nori

I libri di Nori funzionano (bene) pressapoco così: che il Nori afferma una cosa precisa nel titolo del libro; poi questa cosa, nel corso del libro, lui evita di descriverla o di farvi riferimento alcuno; il libro si esaurisce in una manciata di pagine e noi si è spesi dai 15 ai 20 euro a legger di scrittori russi e Francesca. Seguono successo di critica e pubblico, blog in adorazione, pagine culturali sui giornali di destra come se piovesse (fango, in special modo). Ma questa volta l'operazione fallisce: Nori effettivamente racconta di un viaggio a Bologna durante il quale si compra una Gilera, giusto per far colpo sulla figlioletta in crisi d'affetto paterno. Bella, questa moto, per carità, tutta cromata e con in regalo anche un casco firmato da Giacomo Agostini. Peccato per il libro, però, che da quel punto lì in poi (ovvero dal titolo), va a scatafascio.

venerdì 23 aprile 2010

Microcarver 3

Quel giorno il fratello di Francesco partì per andare a pescare trote e non
si fece vedere per cinque anni. Sua madre smise di parlare, e il cane morì.
Quando tornò disse solo: Ho fame. In quel momento Francesco capì tutto.

mercoledì 21 aprile 2010

Critica prescrittiva

IL PONTE di Vitaliano Trevisan

I resoconti sulle proprie vacanze, siano esse estive o natalizie, seguono generalmente uno schema tanto semplice quanto efficace: un protagonista maschile di 30-40 anni (possibilmente espresso nella forma di un io narrante in prima persona, o di un tu narrante per conto terzi, o di un narratore onniscente affetto da ipermetropismo) è schiacciato fra un lavoro disumanizzante come messo comunale e una famiglia ostile e "mostruosa" (moglie procace ma minus habens, suocera formato tir che cucina fritto tutto il dì, tre figli piccoli che non riescono a regolare la propria perdita di liquidi); tormentato dalla situazione e da inquietanti visioni oniriche (di volta in volta: lui che ammazza il sindaco e la suocera; lui che ammazza la moglie nel sonno; lui che ammazza i figli nel fritto; lui che scopa per ore con la nuova postina del quartiere), accoglie con sospirata trepidazione l'arrivo delle ferie, quando tutto sicuramente cambierà. Il protagonista, con una scusa qualsiasi, si distacca dalla propria famiglia, parte, si fa un paio di settimane al mare (o in chalet prefabbricati in Val d'Aosta), riscopre la fantastica e sorniona bellezza del creato, si ubriaca, si scopa la postina (ma viene un po' troppo in fretta, e c'è la scena del timido imbarazzo, con la postina che rincuora la virilità del nostro), si riconcilia muto e segreto con la famiglia e scende a patti con la propria posizione di insignificante pseudo-burocrate. La vita va avanti noiosa e vuota come sempre, ma almeno gli aperitivi sono buoni.

martedì 20 aprile 2010

Microcarver

Il fratello di mio padre aveva un'officina. A quel tempo riparava soprattutto trattori. Aveva perso due dita in non so quale incidente. Di notte non riusciva a dormire perché, diceva, sognava l'odore del grasso. Sua moglie faceva le parole crociate senza schema.

lunedì 19 aprile 2010

Cave del predil



8 gennaio 1910

Ora di pranzo.

A molti metri di profondità una parete di roccia cede. 

È la parete che separa le miniere dal Rio del Lago. In un solo momento tonnellate di ghiaia e acqua si riversano nei tunnel, alcuni tratti di galleria franano, l'acqua scende verso il basso creando un risucchio violentissimo. 

giovedì 15 aprile 2010

Critica ignorante

Si apre con questa una rubrica di recensioni crasse e ignoranti, sbrigative, brutali e spicciole, basate principalmente sugli elementi paratestuali di un’opera letteraria, atte a guidare il potenziale lettore in quella selva del superfluo che sono diventati i banconi e gli scaffali  di ogni libreria di una certa grandezza.

Lo scopo di questa rubrica sarà quello di illustrare al potenziale lettore tutte quelle strategie di scelta da mettere in opera ogni qual volta ci si voglia dedicare alla denigrazione preventiva di un libro, onde evitarne l’acquisto senza dover sborsare le necessarie palanche per formarsi un’opinione fondata sull’opera, senza essere in possesso di almeno due lauree del tutto marginali, e senza doversi imbarbogire sulle più che sifilitiche pagine culturali dei principali organi di stampa italiani.

Una rubrica che sarà una guida del rifiuto a priori, del pregiudizio inabbandonabile, del disprezzo sommario.

Potenziali lettrici e lettori: benvenuti nella Critica Ignorante.

martedì 13 aprile 2010

Un caso di culo - 4

GM

Non era un pervertito, anzi.  Faceva bene a non reprimere gli istinti che lo portavano a ricondurre quell'appuntamento di lavoro ad un'esperienza piacevole. O almeno ad un'esperienza piacevolmente “retrò”. Che abile giuoco di parole! Risate profonde e compiacenti lo stavano scuotendo. Con tutte le probabilità stava creando fantascienza, ma era passata un'eternità da quando era stato con una donna di qualsivoglia foggia. Era sempre troppo impegnato a fare altro e spendeva pochissime energie nei rapporti sociali. A meno di non contare le varie chat o forum a cui si era iscritto negli ultimi tempi.

Per ridere.

Ah Ah. 

lunedì 12 aprile 2010

Microcarver

- Nevica, disse lui.
Proprio in quell'istante il bambino si mise a piangere e un piccione,
instupidito dal freddo, colpì la finestra della veranda.
Lei lo guardò, come fosse stata colpa sua.

domenica 11 aprile 2010

Un caso di culo - 3

GM

Aveva i piedi intorpiditi dal freddo umido che si era insinuato fin sotto i calzini, già bagnati dal sudore.

Era una bi-sensazione di fastidio.

Attorno, il brulicare di fondoschiena era un diversivo allettante.

Più che un diversivo, un riempitivo.

Senza averne coscienza stava fumando, e il fumo si mescolava al vapore condensato del respiro. Faceva un freddo boia, altroché.

giovedì 8 aprile 2010

Un caso di culo - 2

M.F.

Guanto massaiggiatore gialloEra in un bagno blu piastrellato e contava 12 anni quando sua madre, portatrice di cellulite localizzata, le aveva porto il:  Guanto Massaggiatore.

Quasi a suggellare un patto primordiale.

Aveva detto: "Tieni, usalo tutti i giorni. Non penso tu possa capire adesso. Ma ricordati che  un giorno me ne sarai grata".

Pausa.

"Usalo tutti i giorni. Non dimenticarlo".

martedì 6 aprile 2010

Un caso di culo - 1

G.M.

Era inadeguato, profondamente inadeguato. Si sentiva ignorante nel momento in cui doveva sapere le cose. Non le sapeva, perché non le sapeva. Era goffo nel vestito. Nelle mani grassocce e i capelli lanosi. Aveva tutte le cose sbagliate nel momento sbagliato. Era un delitto definirlo un uomo, per i tratti di un'adolescenza che tradiva il panico di avere un'età. Cristo. Era ormai lampante, aveva, fra gli altri, un problema di gestione temporale. Uno scollamento anagrafico tra la percezione del vero sé e di quello che pensava di essere. Una questione dannatamente filosofica, in effetti...

Era un'angoscia. Non aveva un progetto, ne aveva mille. E per nessuno una strategia. Un disegno, un'idea folgorante. Un cazzo.

L'unica cosa che gli rimaneva, penzolante, nella testa, era un'ipnotica rimembranza del culo della donna che passeggiava di fronte a lui. Era impossibile, di nuovo, pensare altrimenti se non a quello.

L'ispettore Sgabello - trailer



(l'immagine è ingrandibile tramite cliccamento)

Carta Igienica

Sento mio nipote chiamare la nonna.
Io leggo e lui urla. A squarciagola. Non nella mia stessa stanza, grazie a dio.
La chiama ancora, ancora, ancora.
Gli intervalli variano, prende fiato per gridare più forte. La pazienza non è il punto forte di un bambino di 4 anni. Vado a cercarla io la nonna, tanto di leggere non se ne parla proprio.
Anche se non lo vedo so perché la chiama. E' ovvio.
Ha cagato e non sa pulirsi.

venerdì 2 aprile 2010

Cos’è Sanjuro?

1. Iniziamo? Iniziamo.


2. Nel luglio 1929, Ernest Hemingway compie 30 anni. Aveva già pubblicato due romanzi: Fiesta e Addio alle armi. Pochi mesi dopo, sulle pagine del New York Journal nasce Popeye. Il suo autore, Elzie C. Segar, ha 35 anni. Nello stesso anno, a ottobre, Faulkner pubblica L’urlo e il furore, e, nel 1930, Mentre morivo. Aveva 32 anni. Sempre nel 1930, Al Capone, nato nel 1899, diventa ufficialmente il Nemico pubblico numero 1. Nel 1915, a 36 anni, Albert Einstein pubblica la teoria generale della relatività. Un paio di anni prima, Igor Stravinskij decide di scandalizzare il suo pubblico, e ci riesce: la prima del balletto La sagra della primavera si trasforma subito in una sommossa. Aveva 31 anni. A 33 anni Gesù era già Cristo.