Dunque.
Ci eravamo lasciati con un pallosissimo – seppur interessante – flashback di 120 pagine sulla storia del Costaguana, della miniera d’argento e della vita dei coniugi Gould.
Ora, finalmente, si torna al presente. E la storia ingrana.
La seconda parte: Le Isabelle.
Togliamo subito un dubbio: bella è bella.
E togliamone un altro: le Isabelle sono due piccole isole a largo di Sulaco. Vengono citate sporadicamente nella prima parte e anche di meno nella seconda, ma nelle ultime 10 pagine i due protagonisti vi nascondono un tesoro e questo giustifica il titolo.
Protagonisti? Ho detto protagonisti? Sì, l’ho detto. Perchè finalmente sono arrivati.
Decoud, giovane parigino di origini costaguanesi; Antonia, bellissima, forte, emancipata; e
Nostromo, che dopo oltre 250 pagine di libro esce dai discorsi altrui e comincia a vivere di vita propria.
La trama ero indeciso se metterla o no, vista l’esistenza della wikipedia, ma due parole non guastano e mi farò paladino della sintesi riassumendo il tutto in 4 o 5 righe: c’è stato un primo colpo di stato, poi ce n’è un secondo e c’è un carico d’argento che tutti vogliono e che i 2 protagonisti mettono segretamente in salvo su una delle Isabelle. In mezzo tutto questo la storia d’amore tra Decoud e Atonia, con discrete possibilità di un triangolo, se non un quadrilatero, nella terza parte.
Ora, dopo il giudizio impietoso sulla prima parte, devo ammettere che questa volta mi sono divertito. E’ incredibile quanto poco basti a movimentare una trama. Mettici la storia d’amore tra i due protagonisti, un tesoro, qualche cattivo e un terzo protagonista che è praticamente un Dylan McKay ante litteram: il duro dal cuore d’oro, bello e dannato, la cui fama lo precede ovunque.
E ovviamente si fa ogni donna che gli attraversi la strada. Vediamo quanto ci mette Atonia a passare sulle strisce.
Ecco che per l’ultima parte le premesse ci sono eccome.
E in effetti questa seconda parte è tutta una grande premessa, un disporre i pezzi sulla scacchiera nell’attesa che scoppi il temporale.
La terza parte è alle porte: e già lo so, sarà una tragedia.
Non vedo l’ora.
Gentile Dr Savage
RispondiEliminaTornato già da tempo da un’oziosa e quanto mai desiderata villeggiatura non avevo più rischiato di perdermi beatamente tra le pagine di Sanjuro consapevole del miei recenti abusi che avrebbero sicuramente causato danni alla mia vista sine die.
Come vede piegato rapidamente ai miei desideri non me ne sono affatto pentito. Fin da subito appagato nel poter leggere la sue recensioni in fieri, idea utile e gradita credo da tutti quei lettori che a causa del poco tempo non sempre riescono ad ottemperare alle proprie voglie letterarie, penso che i suoi nuovissimi post regaleranno a questa vivace e lungimirante avventura nuovi e curiosissimi testimoni del vostro operato.
Io mi fido di lei.
Ps
Recentemente ho letto Tifone che mi sembra costruito sullo stesso impianto di Nostromo.
Lei cosa ne pensa Savage?
Phobos
34