martedì 21 settembre 2010
LA RECENSIONE IN FIERI: NOSTROMO di Joseph Conrad – III parte
Ultimi giorni d'estate. E' tempo che giunga a conclusione la Special Summer Review.
Dio, ti ringrazio.
Terza e ultima parte: Il Faro.
Allora, torniamo ai nostri protagonisti.
Antonia. Antonia? Non esiste più. Mi ero fatto un sacco di film su possibili triangoli amorosi, addirittura quadrilateri. Di fatto Antonia scompare dalla narrazione.
Be', allora Decoud? Lui era stato abbandonato sull'isola con il tesoro. Che fine ha fatto Decoud?
Decoud? Non esiste più. Poco importa che sia stato il grande protagonista della seconda parte. Qui viene dimenticato per 200 pagine salvo poi dedicargli 3 paginette, giusto per farlo morire.
Ma allora... a parte Nostromo, che è protagonista per forza, chi lo affianca in questa terza parte?
Un sacco di gente, ma soprattutto il dottor Monygham.
E chiccazzo è il dottor Monygham?
Inutile spiegarlo. Questo romanzo va così, ogni due per tre salta fuori un personaggio nuovo e ne vengono persi per strada tre o quattro di vecchi.
La verità?
Ad un certo punto, a un centinaio di pagine dalla fine, ho pensato che tutta questa costruzione bislacca fosse architettata ad arte. Una geniale presa in giro, tipo il programma TV mal sintonizzato di Andy Kaufman.
Ed ero gasatissimo, sul serio. Genio! Genio! Conrad dà lezioni a tutti.
Cento pagine dopo, penso che Conrad non debba aver avuto poi questo gran senso dell'umorismo e che tutta la costruzione – spiace dirlo – sia un po’ raffazzonata.
Cosa diavolo volevi fare, Joe? Qual era l’idea dietro tutto il romanzo?
Di sicuro non voleva essere un romanzo corale, perchè ti sei perso tanti di quei personaggi per strada che neanche dopo il Diluvio. Affresco storico-politico? Naaa. Veniva bene come sfondo ed era funzionale alla trama, ma pure te alla fine ti sei rotto e hai fatto raccontare i fatti salienti in quattro e quattr'otto, nel mezzo di un giro turistico della città.
Allora cosa? Sulla quarta di copertina dicono: riflessione sulla fedeltà o, ancor meglio, sul tradimento. Di se stessi, degli altri, delle idee.
Sì, ok. Ma se l'idea è buona, la realizzazione non è perfetta.
Lo sai perché? Perché ad un certo punto si intuiscono i meccanismi.
Si capisce che un personaggio è costruito in un modo affinché reagisca in tal altro modo e possa poi morire – perché sempre lì si va a parare – com’era deciso fin dall’inizio.
Forse c’hai pensato troppo, Joe.
Uno scrittore dà il meglio quando scrive di ciò che conosce.
Tu conosci il mare. Ne sai a pacchi. Ti viene facile, naturale. Mai trovati personaggi forzati nei tuoi libri di mare.
Ma che fai quando scrivi di qualcosa che non c’hai sulla punta delle dita?
Be', prima di partire ci devi pensare un bel po’ e devi costruire tutto a puntino.
Il rischio, se tutto non fila alla perfezione, è di perdere spontaneità e di forzare le situazioni.
Voglio dire: Nostromo che cambia il suo carattere in una sola notte perchè pensa di non avere più nessuno ad ammirarlo, non pensi sia un cambiamento un po' troppo repentino?
Decoud che impazzisce di solitudine dopo 10 giorni sull'isola... ottimo per la trama, certo, ma santoddio, dieci giorni sono!
Fuor di dubbio che questo sia il tuo romanzo più ambizioso, Joe, per costruzione, sviluppo, numero di personaggi e loro introspezione. Ma per fare le cose per bene, visto com’era iniziato, minimo c’avevi bisogno di 800 pagine. 800 pagine, una ventina di personaggi da gestire e una selva di trame e sottotrame. Non so, mi sembra il genere di qualcun altro.
Ammetto che più di una volta sono rimasto affascinato dal lavoro di ricerca psicologica e sviluppo dei caratteri, e alcune trovate narrative, davvero, belle belle.
Ma bando alle ciance, è ora di arrivare alle conclusioni.
Facciamo una lista, così non scappa nulla.
Abbiamo:
- un prologo troppo lungo (che alla fine del libro rimane troppo lungo);
- personaggi studiati strabene e pure presentati con spreco di pagine ma che poi non ricompaiono più;
- la storia d’amore tra Antonia e Decoud che di colpo scompare;
- lo sviluppo narrativo e caratteriale di Nostromo che è davvero una figata;
- una narrazione in terza persona onnisciente che però, a volte, dà l’impressione di far comparire e scomparire i personaggi in funzione del protagonista, quasi fosse un racconto in prima persona;
- la rivoluzione, che per un pezzo sembra la vera protagonista del romanzo ma poi, finito il suo ruolo funzionale, viene sbrodolata via, anche se in maniera intelligente;
- un finale molto bello che non ha niente a che fare con le 500 pagine precedenti, sia a livello stilistico che narrativo. Con qualche aggiustamento sarebbe un ottimo racconto.
All’uscita Nostromo fu giudicato un fiasco. Non stento a crederci.
Lo consiglierei?
A chi ama Conrad e solo dopo aver letto i capolavori di mare.
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Gentile Dr. Savage
RispondiEliminaLa sua recensione mi ha incuriosito ancora di più verso questo romanzo che, ho deciso, leggerò a breve.
Cordiali saluti
non poteva essere altrimenti. e' una recensione davvero convincente!
RispondiEliminaGrande blog!
RispondiEliminaAvanti tutta ragazzi :-)