Ovvero il web letterario italiano letto e commentato in comodità per chi non c’ha ancora l’Ipad (prima di tutto: vergogna! Poi inchinatevi di fronte a Steve Jobs, miscredenti)
-su Nazione Indiana, dopo qualche ardita e sconvolgente anticipazione di stampo cripto-artistoide (che ha fatto comunque sdilinquire i commentatori in lunge liste di impressioni emozionali), viene svelato Murene, un progetto di editoria su abbonamento, con il quale diffondere testi selezionati e curati dagli indiani stessi, saltando così tutta la filiera della distribuzione libraria classica. Testi pre-selezionati, distribuiti per posta in seguito ad abbonamento, in edizione limitata, a un prezzo ridotto, di autori poco conosciuti. Il Club degli Editori, insomma - ma con un discriminante “scatto artistico e al tempo stesso etico” in più (no, davvero, testuale). I titoli, almeno, sono fighi forte: magari ci scappano pure dei bei testi; vedremo. Per il resto: si succedono notizie sulla festa indiana (una due giorni in cui si ripropongono dal vivo tutti i materiali già presenti sul blog); si disquisisce in ritardo di dieci anni di cultura alta-bassa, di trash e kitsch (risultato: si fa prima a leggere Andy Wharol era un coatto del Labranca); si possono leggere altri due interventi dell’oramai frusto questionario sulla responsabilità dell’autore, le cui conclusioni sono, pressapoco Paolo Nori must die e Paolo Nori must die, però prima riflettiamoci sopra; si scopre Kseniya Simonova in ritardo di soli alcuni mesi rispetto al Corriere della Sera (a sua volta in ritardo di circa un anno rispetto al resto degli Internets); e no, Saviano non ve lo commento, impelagatevi voi in quest’impresa.
-su Il Primo Amore c’è una salva impressionante di marchette e auto-marchette dello Scarpa, il quale, come al solito, si produce in testi molto intelligenti, molto arguti, molto sopravvolabili. Molto divertente l’articolo di Marco Rossari, mentre incuriosisce la copertina del numero 6 della rivista sulla quale i primiamoristi hanno deciso di mettere un bello-quanto-inquietante primo piano di Valerio Evangelisti.
-Finzioni finalmente mi funziona! Da segnalare il ritorno di Finzioniman: il video stavolta ha più ritmo rispetto al primo episodio, anche se sforbiciandolo magari di un minuto o giù di lì sarebbe risultato pure migliore (l’idea e la realizzazione sono comunque divertenti). Altrettanto divertente è la glossa d’approfondimento sullo Strega, e la frase del mese è sicuramente “Dio è un motore FIAT”.
-su Teflon c’è un breve e buon omaggio a Sanguineti (e non so perché ma ho come l’impressione che ogni volta che si parli di Sanguineti, per dire delle cose buone sia necessario essere il più possibile brevi e sintetici).
-Genna lancia un sondaggio sul prossimo libro che noi, lettori, si vorrebbe da lui, scrittore. Peccato che fra i vari item manchi: “nessuno, grazie, non incomodarti, hai già fatto abbastanza così, no, davvero, non ce n’è bisogno, sul serio, per favore, ti prego”.
-Raimo, su Minima e Moralia, stronca in maniera anche troppo elaborata l’ultima escrezione scritta di Veltroni – tutto buono e tutto giusto, peccato per quel Vonnegut verso la fine (Vonnegut che, ultimamente, nel web letterario italiano, è più citato di Zizek, tanto per farvi capire a che livelli d’inflazione siamo arrivati).
-su Il Grande Roe ci si può gustare sia una nuova precensione (consiglio vivamente di leggere anche tutte le precedenti), sia delle nuove lettere d’amore per (non) farsela dare (qui tutte le altre). In sovrappiù sistemano pure l’ultimo di Scarpa con un accostamento video perfetto (e sul libro di Scarpa non resta praticamente altro da scrivere).
-nel blog di Marco Candida si può leggere un mirabolante scambio epistolare, invero molto cuoresco (sì, ho scritto “cuoresco” e non “moresco”), avvenuto tra il Candida stesso, Emanuele Tonon e Demetrio Paolin (qui, qui e qui). Una delle poche cose che c’ho capito, fra pizzerie e fusi orari e webcam e fabiovolo e lostatodellaletteraturaitaliana e quellespressioneèmmiasolomia!, è stata: che brutto l’anonimato in internet. Robe che dev’essere andato di traverso il caffè allo Scarpa, il quale avrà sùbito scritto una lettera infuocata, e ancora inedita, al Candida rivendicando con ferocia il tremendo latrocinio del suo temìno preferito del 2003 – l’anonimato in rete (a seguire si possono tranquillamente figurare episodi di tal fatta: Paolo Nori che denuncia incazzato dalle colonne infami di Libero metà degli autori esordienti degli ultimi tre anni perché gli han fregato il procedere per anacoluti; Albert Camus che dall’oltretomba tormenta le notti di Michel Houellebecq; la voce di Manzoni che, attraverso uno stimato medium della Val Brembana, fa sapere che come lui, gli anacoluti, nessuno mai; mia madre che mi proibisce perentoriamente di nomarla “mamma”, visto che si tratta di una parola di sua competenza e che lei ha pronunciato per prima in mia presenza; la SIAE che finalmente interviene, interrompe la festa, stacca le casse, e fa pagare tutti, fino all’ultima combinazione possibile di lettere (salvo interventi degli eredi di Borges per chiedere una cospicua percentuale sull’idea)).
-molto bella l’intervista ad Angelo Guglielmi pubblicata su Lipperatura; Guglielmi che, se certo non arriva ad abiurare la propria e altrui esperienza critica, non ne tace neppure gli errori e le miopie.
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vero, bella l'intervista di Gnoli ad Angelo Guglielmi. Di quei (rari) casi in cui si pensa (su certe questioni) "ok, non condivido, ma riconosco un pensiero". Raaaaari.
RispondiEliminaPer il resto che dire, commento solo perché mi pare una vergogna che il post resti senza, ma in realtà non ne ho motivo perché l'unica cosa che ho da dire è: sono d'accordo su tutto. Nazione Indiana, Il primo amore (che tristezza, ragazzi), anche il dialogo a tre di Tonon, Candida e Paolin. Insomma, da paura.
Ah e grazie per averci messo in rassegnazione ;) come hai visto ci sono stati sviluppi...