giovedì 3 giugno 2010

Critica prescrittiva

COME HO PERSO LA GUERRA di Filippo Bologna

Nei boschi sopra Castel Madero qualcuno tende agguati ai cacciatori e li mutila del dito con cui premono il grilletto. Questa è l'entusiasmante premessa con la quale ci viene presentato Marco, ovvero l'Uomo Nuovo, il fondatore di una nuova civiltà troglodita libera dalla tirannia degli inutensili. Marco vive in una caverna sui monti del Maderese, epicentro del futuro mondo primitivo. Non sono in pochi a interferire col suo progetto: cantieri che divorano montagne e sorgenti d'acqua purissima, nouveaux riches russi che sembrano usciti direttamente dalla penna del miglior Nori, bracconieri digitali, piccoli gangster, carabinieri "survivalisti", antiche famiglie agricolo-feudali che cercano di ristabilire la propria tronfia regola fingendosi dalla parte del popolino rozzo ma sano, palestrati nazisti e un gruppo clandestino che - ispirandosi a un oscuro autore di fantascienza - ha dichiarato di "voler perdere ogni guerra, sempre". Per Marco "nessun luogo vale un assedio", si ritiene un nomade e potrebbe anche andare altrove, ma un piccolo evento - la scomparsa in un pozzo artesiano di un sanbernardo di nome "Charles Bronson" - sta già rotolando e presto si gonfierà a palla di neve, travolgendo lui e i suoi "alleati": Gaia, barista rabdomante, e Sidney, nigeriano fuggito da un canile che canile non è. Finisce che il Bologna si prende i complimenti da Veronesi e da Nesi (due che sognavano di collaborare da sempre, per ben comprensibili motivi anagrafici), e il lettore dovrebbe pensare che il postmoderno è ancora vivo e, soprattutto, figo.




GUERRA AGLI UMANI di Wu Ming 2

Una storia, in parte autobiografica, ambientata in un paese della provincia toscana dove il tempo sembra scorrere più lento e la serenità regna sovrana. Il giovane rampollo della nobile dinastia Ming, Federico Qing, vive il suo essere nobile con un po' di disagio. Tutto cambia con l'arrivo di Ottone Gattai, spietato e avido imprenditore di acque dell'eterna giovinezza. Improvvisamente il progetto di un enorme impianto termale sconvolge la vita di tutti i suoi compaesani. Interessi politici ed economici sembrano corrompere il naturale ordine delle cose. Molti non ci stanno e dopo una prima pacifica protesta un gruppo avvia una guerriglia contro Gattai che sta sequestrando e privatizzando tutte le sorgenti della zona. Nella lotta si distingue Federico Qing Ming, che vede finalmente stagliarsi all'orizzonte l'occasione di un proprio riscatto, e che raccoglie attorno a sè una variopinta umanità di ribelli e di romantici perdenti: ci sono Jacques, il sandinista francese con un'eterna cicca fra le labbra, e Lea, la femmina che si passa tutti (come di rigore) - senza dimenticare la famiglia Saotome, una strana coppia di padre e figlio i quali, dopo un'esperienza di quasi morte all'interno di una delle cisterne di acqua benedetta del Gattai, si sono trasformati in un'eterea fanciulla e in un panda intenditore di tè verdi. Insieme alla moltitudine di storie memorabili, Wu Ming 2 - celebrato componente dell'altrettanto autocelebrante quintetto bolognese - ha una generosità e una forza nel creare blocchi di parole e di immagini che portano il lettore a divertirsi e un attimo dopo a commuoversi profondamente - un vero e proprio pianto che non finisce più.

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