lunedì 3 maggio 2010

Il deserto di Sonora è un pezzetto di terra grande quanto l’Italia, al confine tra Messico e Stati Uniti.

E’ un deserto anomalo. Niente dune, niente sabbia a perdita d’occhio. Questo è il deserto dei grandi film western: cactus, arbusti, cespugli portati dal vento. Gli aridi bassopiani di mesquite e cresoto sono tagliati da profondi canyon di quercia e sicomoro.

La temperatura media sfiora i 40°C ma non mancano le zone umide, complici la vicinanza dell’oceano, le sorgenti naturali e un secolare lavoro di canalizzazione portato avanti dagli indiani Hokokam.

E’ qui, tra ruscelli, sorgenti e canali di scolo che vive il bufo alvarius.



Di giorno nascosto al riparo dal sole, al tramonto esce dai suoi anfratti e si gode la frescura notturna.

Cos’è il bufo alvarius? Presto detto: un rospo.

Un rospo bello grosso a dire il vero, visto che un esemplare adulto lo tieni a malapena in una mano.

Fino al 1968 la sua era la vita di tutti i rospi del mondo. Niente di più, niente di meno.

Anzi, era pure avvantaggiato dal fatto di avere delle ghiandole sul dorso e sulle zampe che producono un potente veleno, proteggendolo così da eventuali predatori.

Poi d’un tratto la sua vita, tutta relax, insetti e bagni notturni cambiò.

*** 


Fine anni ’60. Negli Stati Uniti arriva l’estate dell’amore. Sesso, rock’n’roll e molta, molta droga.

Il libro che Aldous Huxley ha scritto una decina di anni prima - Le porte della percezione - diventa la bibbia della psichedelica. Timothy Leary si inventa profeta dell’LSD. La parola d’ordine è sperimentare.

Ed ecco per il povero rospo una sorte davvero grama. Una volta scoperto che il suo veleno ha effetti psichedelici pazzeschi, inizia la caccia al rospo e nasce la leggenda dei toad licker, i leccatori di rospi.

Ma esistono veramente? C’è davvero qualcuno che ha il coraggio di prendere in mano un rospo grande quanto una tazza da latte e leccagli la schiena?

E se una simile pratica non fosse una bizzarria recente ma risalisse ad un antico culto sciamanico indiano?  

Ma la domanda fondamentale è, chi è stato il Primo Leccatore, quello che pur non sapendo nulla sugli effetti allucinogeni ha deciso di dare una bella passata di lingua su un rospo velenoso? Quale male di vivere o morbosa curiosità può averlo portato ad un simile abisso? Perché qui non si tratta del dolce e veloce bacio della principessa. Qui si parla di leccare il rospo come un bambino lecca il gelato, con tutta la lingua fuori ad avvolgere la schiena molle e viscida, coperta di verruche ed escrescenze.

 ***


Nonostante mi solletichi molto l’idea di una tradizione millenaria di sciamani leccatori, la verità è che nessuna tribù indiana ha mai dato la caccia ai rospi anziché ai bufali.

Il veleno del bufo alvarius contiene grandi quantità di un alcaloide denominato 5-MEO-DMT.

Questo alcaloide, già noto dagli anni ‘30, non ricevette l’attenzione che meritava e fu lasciato nell’oblio per oltre 20 anni.

Poi, nel 1959, si stabilì che la 5-MEO-DMT era l’alcaloide predominante dei suffumigi allucinogeni di parecchie tribù indiane del nord America. I loro trip tuttavia erano dovuti per lo più all’inalazione di varie miscele di fiori, semi, cortecce e gambi di piante. 

 1968. Si scopre che la 5-MEO-DMT non si trova solo nel regno vegetale, ma anche in quello animale.

Ed è esattamente a questo punto – nel momento in cui viene  dimostrato che il suo veleno contiene enormi quantità di questo alcaloide - che il bufo alvarius cambia nome e viene consegnato alla storia come Rospo Psichedelico. E, ahi lui, diventa l’oggetto del desiderio di una generazione di tossici.

Per inciso, la 5-MEO-DMT ha 4 volte la potenza della DMT, la popolare droga sintetica degli anni '60.

 Torniamo alla domanda fondamentale.

C’è veramente chi lecca i rospi?

Be’, sì. Ma c'è un fatto: nonostante i grandi esercizi di lingua, il veleno del bufo alvarius manifesta i suoi effetti allucinogeni solamente se fumato o sniffato*.

 ***


Ottobre 2007

Un paio di amici vicino a Kansas City.

Per i suoi 21 anni, David in un modo o nell’altro è riuscito a procurarsi un rospo psichedelico. Lo tiene in una teca e gli ha dato pure un nome: Rufus.

David sa come estrarre dal rospo vivo il veleno, sa come seccarlo e come fumarlo.

Ma Jeff no.

Venerdì sera, casa di David, due chiacchiere, qualche birra. La serata prosegue, le birre iniziano e finiscono.

David presenta Rufus a Jeff. Gli racconta del sovraccarico di pensieri e percezioni, della perdita del continuum spazio-temporale, dell’ampliarsi e restringersi del mondo. I colori che si vivacizzano in euforia e scoppi di riso. I 15 minuti migliori del mondo. Deve solo leccare la schiena a Rufus.

Jeff è ubriaco. Guarda il rospo.

Lo faccio – dice.

Prende il rospo in mano. E’ molle e pesante e viscido. E la sua schiena è ributtante. Ci avvicina il viso, tanto da non distinguere più l’insieme, solo i dettagli. Le pieghe delle zampe, le escrescenze sul dorso. Avvicina piano la lingua e la fa aderire alla schiena del rospo. La stretta è troppo forte, il rospo cerca di liberarsi. Con un solo movimento rapido la lingua percorre la schiena ruvida arrivando alla testa. Lo lecca ancora. Ma sente solo un sapore disgustoso.

David scoppia a ridere. Il rospo non ha più un grammo di veleno, glielo ha già estratto lui una settimana fa. Jeff è inebetito. Ha un rospo sulle lingua e sta realizzando di essere stato preso per il culo. Vorrebbe spaccare la faccia a David ma un conato lo precede. Jeff vomita tra il tavolo e il lavello, la bocca piena di insulti e birra rancida.

David ha riso così tanto che ha le lacrime agli occhi. Ora, un po’ più calmo, apre una piccola scatola, prende un pezzo di veleno essiccato grande quanto la capocchia di un fiammifero, lo spezzetta con una lametta e prepara la pipa.

La offre a Jeff, che ancora bofonchia qualcosa bevendo acqua dal rubinetto.

Dai un unico tiro e trattieni il fumo nei polmoni più a lungo possibile – gli dice, il sorriso ancora sulle labbra.

Poi comincia a prepararsi un’altra pipa.

David Theiss, 21 anni, è stato arrestato il 13 novembre 2007 per possesso illegale di un rospo del fiume Colorado ad uso allucinogeno.

* In realtà è possibile anche ingerire il veleno del bufo alvarius, ma solo se accoppiato a sostanze dette anti-MAO.

Per spiegazioni dettagliate vai alle Fonti.

FONTI

http://ordanomade.kyuzz.org/bufo.htm

http://arton.cunst.net/ros/text.html

(Il prossimo articolo di Gino Savage sarà online il 13 maggio. Fatevi un nodo alla cravatta!)

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