Si apre con questa una rubrica di recensioni crasse e ignoranti, sbrigative, brutali e spicciole, basate principalmente sugli elementi paratestuali di un’opera letteraria, atte a guidare il potenziale lettore in quella selva del superfluo che sono diventati i banconi e gli scaffali di ogni libreria di una certa grandezza.
Lo scopo di questa rubrica sarà quello di illustrare al potenziale lettore tutte quelle strategie di scelta da mettere in opera ogni qual volta ci si voglia dedicare alla denigrazione preventiva di un libro, onde evitarne l’acquisto senza dover sborsare le necessarie palanche per formarsi un’opinione fondata sull’opera, senza essere in possesso di almeno due lauree del tutto marginali, e senza doversi imbarbogire sulle più che sifilitiche pagine culturali dei principali organi di stampa italiani.
Una rubrica che sarà una guida del rifiuto a priori, del pregiudizio inabbandonabile, del disprezzo sommario.
Potenziali lettrici e lettori: benvenuti nella Critica Ignorante.
I libri che ho preso in mano e poi lasciato sullo scaffale questa settimana sono:
- Paolo Sorrentino, Hanno tutti ragione, Feltrinelli, euro 18
In questi giorni lo si vede ovunque, non solo nelle librerie (vetrine, banconi all’ingresso, carrelli strabordanti di volumi continuamente spostati avanti e indrè per i corridoi), ma pure in televisione, sulla internet, in mano alla studentessa del DAMS seduta affianco in autobus. Sembra essere IL libro inevitabile del periodo. Allora avviciniamoci, diamogli un occhio a questo scarrafone super-anodino piallato su copertina biancolindissima - come se questo finto-repulsivo fosse ancora attraente (signori grafici della Feltrinelli, ultime notizie: no, non lo è). Lo si prende in mano, lo si soppesa, si sfoglia qualche pagina: il protagonista è un cantante di night, le prime tre pagine sono una lista interminabile di cose/situazioni dal sapore suppostamente beffardo ma-che-in-realtà-rivela-una-visione-profonda-e-sentita-dell’-esistenza, il resto c’ha uno stile né più né meno noreggiante (il che è un difetto tremendo). Tanto basterebbe, se non fosse che si nota solo ora cosa ci sia scritto nella fascetta arancio che avvolge il tomo: Antonio D’Orrico. Una citazione da una recensione di Antonio D’Orrico. Che equivale al tocco della morte. Perché come al solito, a leggere D’Orrico, qua ci troviamo di fronte al superno capolavoro dell’intera letteratura universale contemporanea. Per questa settimana. Poi, settimana prossima, magari ci ripesca un bel Piperno invecchiato male, e ci risuona sopra la tromba del Neo-Pipernismo come Unica e Vera Corrente Letteraria Italiana in contrapposizione feroce alla New Italian Epic. Almeno fino alla settimana successiva.
- Pierluigi Battista, I conformisti. L'estinzione degli intellettuali d'Italia, Rizzoli, euro 18
Ben lungi anche solo dal sollevare l’opera dalla pila, ma almeno qua c’è qualcuno che sa di quello che parla.
- Silvio Berlusconi, L'amore vince sempre sull'invidia e sull'odio, Mondadori, euro 15
No, va bene la bieca operazione populistica, ma se mi dicevano chiamavo mio cugino (che lavora per un antiquario veronese, gli fa i cataloghi a ogni fiera del tarlo), che con il Corel Draw 6 gli tirava fuori le pagine patinate centrali, con foto e scritte, cento volte meglio. Come al solito, poi, la firma è del Berlusconi, ma l’opera è scritta da altri (è una collazione di messaggi inviatigli mentre gli risistemavano trucco e parrucco a dicembre dello scorso anno). Amore sì, ma un amore Borg.
- Luciano de Crescenzo – ma questo non soffriva di un qualche deficit nervoso? - Ulisse era un fico – ah, ecco*, Mondadori, euro 16
Sempre con ‘sta storia di attualizzare, attraverso una rinarrazione con terminologia pretestuosamente gggiovane, i miti greci . Già solo sfogliando a caso è tutto un florilegio di: nell’Odissea c’è la dhroga! E paccate di figa ignuda! E i colpi di scena che Fight Club spostati! Ulisse meglio di Brad Pitt! E ancora tanti colpi di scena! (oh, insiste così tanto su ‘sta storia dei colpi di scena che pare che l’unico merito dei miti greci sia il fatto di avere un bell’intreccio di stampo hollywoodiano). Poi sorge come il dubbio che sia proprio questa stracca e finta banalizzazione di un’unicità storico-letterario-culturale irripetibile a respingere i gggiovani, ai quali invece gusterebbe qualcosa che sia irriducibile alle presunte categorie narrative in voga al momento (o sennò c’è sempre Twilight e ce ne facciamo tutti una ragione).
*(comunque si tratta della prosopagnosia, e non c’è da scherzarci sopra, intesi?)
- Marco Follini, Elogio della pazienza, Mondadori, euro 16,50
Un capitolo si intitola Democrazia Emozionale. Aiutiamo quest’uomo. A ritirarsi in buon ordine per sempre.
- Roberto Giacobbo, Templari. Dov’è il tesoro?, Mondadori, euro 17,50
Un Giacobbo inspiegabilmente in ritardo sui trend del momento è una cosa che non si può vedere, men che mai leggere. Voglio dire, era partito bene anni fa con Leonardo, c’aveva beccato poi con le piramidi, c’aveva ribeccato con il calendario Maya – ma adesso ‘sti templari, da che buco li ha cavati?, quando era palese a tutti come il libro che avrebbe dovuto fare uscire adesso era “I vampiri vengono dagli UFO – e portano con sè la pace e sonde anali grosse come bocce da bowling”.
- Monica Guerritore, La forza del cuore, Mondadori, euro 17,50
Esiti di alcuni carotaggi operati a caso sul libro: una citazione di Heisenberg; una citazione di Marai; una citazione di Giordano Bruno; lei non s’è mai sentita bella; c’ha avuto un sacco di sfide in passato, e in futuro un altro sacco l’aspetta; una foto di Gabriele Lavia con dei capelli impresentabili. Mi son sentito salire il cenone di capodanno (una sfida anche quella).
- Nicola Legrottaglie, Cento volte tanto, Piemme, euro 15
Sottotitolo: Con la fede vivo meglio. Sì, ma giochi da schifo. E vai a vedere te che Lippi lo convoca comunque per i mondiali, ‘sto carciofo. Se arriviamo agli ottavi sarà già un miracolo, altro che fede ritrovata.
- Angelo Branduardi, Cercando l’oro, Arcana, euro 18,50
Finalmente l’ha ammesso.
- Giampaolo Pansa, Cari estinti, Rizzoli, euro 22
Vai Pansa, di’ pure quello che stracazzo ti pare, tanto son tutti morti e non dice più niente nessuno. Volete qualcosa di più articolato? Pansa ribalta come suo solito vicende ed episodi storici (sempre da sinistra verso destra, sia mai), senza citare uno straccio di fonte (il massimo che riesce a indicare è: “Eravamo a cena da Gigi il Troione, e tizio, che conosceva ma per davvero davvero tutti i retroscena supersegreti di qualunque cosa io stia scrivendo, mi rivelò che le cose andarono esattamente così.”), in compenso... in compenso non so, non mi pare che ce ne sia alcuno.
- Claudio Bigagli, Il cielo con un dito, Garzanti, euro 14,60
Il libro si apre con la parola pompino, seguita da un paragrafo nel quale c’è la descrizione di una crepa sul soffitto. Prendi questo, Proust! (no, ok, sono ingiusto a tirar fuori Proust – allora facciamo così: prendi questo, Hideaki Anno!) A legger la quarta di copertina la gran trama sembra essere quella di una giovine che, per pigliarsi un posto in un qualche show, si deve sorbire il quarto d’ora accademico in una stanza del potere. A occhio e croce finisce o con un colpo di scena riscattante (lei che rifiuta il servizietto al politico per intraprendere la meravigliosa avventura dell’ammore vero con un qualche ganzo che comparirà nel frattempo), oppure con un abbruttimento descritto con dovizia di particolari pulp (magari con qualche spiraglio di redenzione tanto per giocarsi la carta seguito).
- Romolo Bugaro e Marco Franzoso, Ragazze del nord est, Marsilio, euro 15
A nove donne viene presa la voce, e viene data a due uomini per raccontare la vita di queste donne, i loro amori, le speranze, le delusioni, i progetti realizzati o abbandonati. Ché chiedere di scrivere direttamente alle donne in questione, o magari trovare due scrittrici donne, non sembrava proprio cosa acconcia.
- Don Andrea Gallo, Così in terra, come in cielo, Mondadori, euro 17
Dispiace pure, che il Gallo sembra persona tutto sommato sincera, ma ‘sto tipo di preti (tutto sigari in copertina, ospitate da Fazioffabbio, e dichiarazioni che ad ascoltare De Andrè quasi gli si bagnavano le mutande) arrecano un danno incalcolabile alle menti più ben disposte della società, perché dall’interno di un sistema di potere immobile e spietato sembrano riuscire a dire che qualcosa di diverso è possibile. Mentre non lo è. Non mi conciliovaticanosecondo fregherete mai.
- Alessandro D’Avenia, Bianca come il latte, rossa come il sangue, Mondadori, euro 19
Il libro è tutto come il titolo, una similitudine becera dopo l’altra: similitudini fiacche a frotte, similitudini desolanti in coppia, in doppio misto, in pentapartito. Uno scipitume rafforzato e coronato dal ritratto dell’autore, che si rivela essere alla vista un Ciavarro slavato, ovviamente laureato e dottorato in lettere classiche, ovviamente insegnante di liceo classico, ovviamente sceneggiatore. Sapore di sale (sapore di mare).
[...] Così tanti libri, così poca pausa pranzo (la cui gran parte è dedicata al broccolaggio della nuova stagista). Critica ignorante! Il miglior modo per far finta di aver letto tutti i libri più in vista nelle vetrine delle librerie Mondadori! (qui la prima critica ignorante) [...]
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