giovedì 8 luglio 2010

Critica prescrittiva



LA RICERCA DELLA LINGUA PERFETTA NELLA CULTURA EUROPEA di Umberto Eco

Ci sono molti modi per reinventarsi una carriera, e l’Eco, una volta finiti nel dimenticatoio i ruggenti anni a far da programmista RAI e compilatore di quesiti esoterici per le versioni da tavolo dei più famosi quiz televisivi, ha trovato certamente la maniera più furba e godereccia di rifarsi il palato e la carriera insieme. Come un novello Artusi postmoderno – ibridato con Gordon Ramsay e speziato con diverse once di Hunter Thompson – l’Eco s’è infatti lanciato in uno spericolato viaggio/ricognizione sui più disparati deschi d’Europa, il tutto per documentare con grande estro narrativo e scientifica attenzione alle recenti tendenze della cucina molecolare la storia di un'illusione e di un fallimento: la ricerca di una lingua unica e perfetta, capace di affratellare tutti gli europei a un’unica tavola. Un sogno perseguito tenacemente, dal VI secolo dopo Cristo a oggi, dalla Serra da Estrela agli Urali, attraverso cucine e tavole di re e poveracci. Ecco che così l’Eco, grazie a questo escamotage storico-digestivo, si propone a un grande ritorno tv, candidandosi naturalmente a prendere quel posto ne “La prova del cuoco” lasciato vuoto dalle controverse affermazioni di stampo felino del Giuseppe Bigazzi detto Beppe. E se lingua perfetta non sarà, almeno ne verrà fuori un buon bollito misto.

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