giovedì 12 agosto 2010

Critica prescrittiva

QUALCUNO HA MENTITO di Marco Mancassola.
Dopo Il mondo senza di me, interessante novella sperimentale alla OuLiPo nella quale lo scrittore veneto immagina un mondo senza preposizioni proprie e pronomi tonici, il Mancassola si cimenta in un più ortodosso whodunnit all'anglosassone. A prima vista gli elementi classici del genere ci sono tutti: c’è Londra, c’è la dhroga, c’è la discoteca, c’è il sesso, c’è la camminata notturna, c’è il morto stecchito, c’è il male di vivere, c’è il giro di vite (con abbondante annaffiata di svitol, tanto per facilitare l’avanzamento della trama), c’è il sasso che rompe la finestra e poi la mano, da cui è partito il sasso, che si nasconde - insomma c’è il c’è e non c’è così come il si fa e ci fa (o almeno sembra farci). Peccato che poi, con tutto questo materiale, l’autore non riesca a tirar fuori una bella costruzione, ma un solo e semplice mattone. Siamo franchi, qua manca proprio l’abc della forma romanzo: storia e intreccio sono deboli se non anemici, i personaggi non sono credibili, e il Mancassola, se anche ha qualcosa da dire, non la dice certo in modo chiaro e significativo. Originale forse, ma quello al massimo lo si deve considerare un di più, e non certo un pregio tout-court.

(spoiler: l’assassino, alla fine, è Antonio Franchini - ma questo viene rivelato solo nella cartella stampa di presentazione del tomo, avendo l’accortezza di tenerla rovesciata di fronte a uno specchio scheggiato)

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