giovedì 15 luglio 2010

Critica ignorante

Così tanti libri, così poca pausa pranzo (la cui gran parte è dedicata al broccolaggio della nuova stagista).
Critica ignorante! Il miglior modo per far finta di aver letto tutti i libri più in vista nelle vetrine delle librerie Mondadori! (qui la prima critica ignorante)



-Thomas Leoncini, La nostra vita è ora, Cavallo di Ferro, euro 12
In quarta di copertina l’autore viene strombazzato come un fenomeno. Su internet. Che è come dire che è il tizio del quartiere più bravo a scrivere il proprio nome pisciando nella neve. Il romanzo sembra parlare di ammore, mmorte, alcool, l’ammianto che accoppa l’opperaio (oh, il grande ritorno del romanzo sociale) (con descrizioni e analisi di contesti ferme a quarant’anni fa), l’aids. Come bonus c’è una doppia introduzione affidata a Branduardi e Luzzato Fegiz, una sorta di doppio bacio della morte. “Non sono un poeta”!, il Leoncini spavaldamente afferma nei risvolti di copertina - ma dai, ma non si sarebbe mai detto, visto il pizzetto malfatto, il capello lungo e lo sguardo sornione già da navigatissimo esperto di foto promozionali da ufficio stampa.

-Dalila di Lazzaro, Toccami il cuore (potrebbe passare come un’ottima invocazione al chirurgo prima di un intervento importante), Piemme, euro 15,50
Come diciamo qua in Veneto, “il corpo se frusta e l’anima se giusta” (parte 1). La Di Lazzaro dichiara di mettersi in ascolto del cuore, ma forse sarebbe stato più interessante ascoltare quello che avrebbe avuto da dire il di lei fegato. I segnali di un libro brutto brutto ci sono tutti: profusione di citazioni a cazzo (si va da La Rochefoucauld a Eluard, da Shakespeare a Kavafis), la rivendicazione di un posto da protagonista assoluta nel cinema d’avanguardia italiano degli anni 80 (e peccato che questo libro venga presentato come un’autobiografia, mentre potrebbe essere stato un’ottima ucronia), l’incontro con Andy Warhol (oramai, qua in Italia, si fa prima a contare chi NON ha incontrato Andy Warhol).

-Romolo Bugaro, Bea vita, Laterza, euro 9,50
Il Bugaro si profonde nella solita estetizzante quanto americaneggiante prosopopea ad ampio respiro di fatti pubblici-privati – una narrazione che magari dei discorsi giusti cerca pure di farli, o dei gangli importanti (ma in molti modi già sentiti e sviscerati) cerca di toccarli – il problema è che poi questa retorica del bel narrare e rimemorare cazzone è infarcita di citazioni imbarazzanti (definire “Creep” vecchia meriterebbe dieci anni di ascolto ininterrotto della cover di Vasco Rossi) ed è dispiegata con un’eleganza a vuoto poco differente dalle vetrine che lo stesso Bugaro descrive.

-Dario Fo, La bibba dei villani, Guanda, euro 20
A cura di Franca Rame, alla quale sarebbe ora di dare tutti quei meriti (di ricerca e selezione stilistica) ingiustamente ascritti al Fo (il quale, se non riesce in qualche maniera a tirarti fuori i mamutones sardi, non sa più che pesci pigliare).

-Vasco Brondi, Cosa racconteremo di questi cazzo di anni zero, Dalai, euro 10
Ciarla ciarla ciarla e non dice un ciufolo. Ettecredo che non avrà nulla da raccontare di questi cazzo di anni zero.

-Claudia Rossi, Prometterla a tutti non darla a nessuno, Cairo, euro 14
La copertina sconfessa l’intera operazione editoriale. Se poi vogliamo parlare della storia, è la solita solfa sulla protagonista ragazzina attratta dallo sbrilluccicante mondo dello spettacolo, che infine ovviamente matura ed è in grado di svoltare pagina e lasciarsi alle spalle tutti gli omoni porconi incontrati sul proprio cammino. Il succo sembra essere che le feste sui panfili a base di coca e soffoconi siano un ottimo ambiente educativo.

-Pulsatilla, La ballata delle prugne secche, Castelvecchi, euro 12,50
L’epitaffio della Aspesi in quarta di copertina dice tutto. Dopo il tonfo di Giulietta Squeenz (già solo a scrivere il titolo mi si è abbassato di quattro punti il QI) siamo al greatest hits – per capirci, in campo musicale una band che lo fa dopo il secondo album è una band finita.

-Giulia Carcasi, Io sono di legno, Feltrinelli, euro 7
Un bel coraggio ammetterlo così già nel titolo. Però mai tanto di legno quanto la sua prosa tutta paratassi e ripetizioni a supposto effetto retorico.

-Paul Verhoeven, La storia vera di Gesù di Nazaret, Marsilio, euro 19,50
Il corpo se frusta e l’anima se giusta (parte 2). Aspetto con ansia il film che ne verrà tratto. Spero in un fracco di donne con tre tette, ammazzamenti contornati da battutine sarcastiche e morti in ogni salsa (tanto poi risorgeranno).

-Fabio Salviato, Ho sognato una banca, Feltrinelli, euro 15
Anch’io. Ogni notte. Da quando ho fatto il mutuo.

-Shel Shapiro, Io sono immortale, Mondadori, euro 18
Che noia queste stelline degli anni 60: basta dargli delle particine in fiction slavate, o fargli fare una serie di ospitate nei pomeriggi gerontofili di Rai 1, e poi queste si montano la testa come non mai. “Era politica? Era rabbia?” si chiede lo Shapiro nell’introduzione, “Non lo so”, risponde sagace (e non mi sarei aspettato altra risposta). Aggiunge “Era comunque fortissima vitalità. Energia”, come quella di un cinghialone imbufalito e drogato di feromoni. Qualcuno si è ricordato di portare lo spiedo?

-Luca Jurman, Vocal classes, De Agostini, euro 20
Più che un libro, un tripudio di ®. Tranquillo Luca, nessuno vuole fregarti un metodo per sfornare cantanti fotocopia che, a parte impostare la voce e battere il tempo sul microfono con il dito, non sanno fare altro. Se lo strillo “La musica, la voce, la mia vita” è un capolavoro di non-sequitur, il vero pezzo forte è l’apparato fotografico in mezzo al libro, nel quale possiamo assistere a Luca Jurman che si gusta la crema pasticcera, Luca Jurman che si lancia nell’interpretazione di “Son I am disappoint" (thank you, internet), Luca Jurman che pensa alla nuova formazione dell’Italia dopo il disastro dell’ultima coppa del mondo. L’impaginazione, per non farsi mancare nulla, è peggio di una tesi di laurea (a ridurre il tutto a delle normali cartelle editoriali salteranno fuori 18-20 pagine). Le foreste svedesi ringraziano.

8 commenti:

  1. complimenti, molto interessanti queste recensioni.
    pa.

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  2. Ciao

    Ma sei bravissimo! Ad esempio su quello della Di Lazzaro non sarei riuscita a soffermarmi neanche per un millesimo di secondo cioè ma proprio perché non l’avrei manco notato ha capito! La Di Lazzaro, La Di Lazzaro ma neanche se me lo regala il mio ragazzo, occe dio...

    Comunque complimenti se continui così forse riesco a collezionare qualche merda-libro in meno

    PS
    Ma Davide non scrive più? :-(

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  3. certo che scrive ancora: perché non dovrebbe? [ma ci sono periodi, momenti, in cui se lo chiedono Tutte].

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  4. Sì mi volevo aggiungere al coro di elogi tanto da qualche parte dovevo pur dirlo, Samuele Parlato è davvero bravissimo!!! :D

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  5. paolo e federico: grazie, gentilissimi :)

    giovanna: guarda, il prendere in mano quel libro è stata un'esperienza emozionante. Così come il rimetterlo giù. E sì, continuerò (ho in mente, per la prossima volta, di fare una sorta di edizione estiva).

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  6. Samu, allora aspetto l’edizione estiva :-)

    Davide quella frase: "ma ci sono periodi, momenti, in cui se lo chiedono Tutte”, m’insinua un dubbio. Non è che sottrai gran parte del tempo che dovresti dedicare hai tuoi testi,per altro con risultati fantastici,strattonandoti il cazzo dal mattino alla sera?

    baci,baci,baci

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  7. certo: mais c'est la Vie, eventuallement

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  8. [ma ci sono periodi, momenti, in cui se lo chiedono Tutte]. :-)

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