Ovvero il web letterario italiano per chi non c’ha tempo.
giovedì 29 aprile 2010
mercoledì 28 aprile 2010
Oroscopò!
Ariete:
Amore: Se c'è una cosa che infastidisce il vostro partner è quando usate la grattugia per accorciarvi le unghie. Siate meno irruenti nelle vostre partiche di igiene personale. Sarà gratificante per entrambi
Lavoro: L'ermetismo spesso salva dai guai. A buon intenditor...
Salute: Non grattatevi.
Amore: Se c'è una cosa che infastidisce il vostro partner è quando usate la grattugia per accorciarvi le unghie. Siate meno irruenti nelle vostre partiche di igiene personale. Sarà gratificante per entrambi
Lavoro: L'ermetismo spesso salva dai guai. A buon intenditor...
Salute: Non grattatevi.
martedì 27 aprile 2010
Santi Patroni
Partiamo dai luoghi comuni: Italia, terra di santi, poeti e navigatori.
I poeti e i navigatori un’altra volta, oggi mi interessano i santi.
Non tutti i santi, però. Ci sono santi e santi. Io voglio la creme de la creme: i Santi Patroni.
Il Santo Patrono, protettore delle arti, dei mestieri, delle città, dei paesi e di tutto ciò che la mente umana può concepire è passato un po’ di moda in questo breve scorcio di inizio millennio. Lo spettro dell’ateismo getta la sua lunga ombra sull’Italia.
La fede è in dubbio, il Papa è messo in discussione, l’Ignoranza sobilla per togliere i crocefissi dalle scuole e dai luoghi pubblici. Dubbie associazioni che un tempo sarebbero state bollate come eretiche – e i cui adepti bruciati sulla pubblica piazza con un pizzico di finocchio – oggi istituiscono la giornata dello sbattezzo. Un illuminismo di ritorno vorrebbe farci credere che la scienza può spiegare tutto e l’uomo è il dio di se stesso e del mondo.
E noi cosa possiamo fare?
I poeti e i navigatori un’altra volta, oggi mi interessano i santi.
Non tutti i santi, però. Ci sono santi e santi. Io voglio la creme de la creme: i Santi Patroni.
Il Santo Patrono, protettore delle arti, dei mestieri, delle città, dei paesi e di tutto ciò che la mente umana può concepire è passato un po’ di moda in questo breve scorcio di inizio millennio. Lo spettro dell’ateismo getta la sua lunga ombra sull’Italia.
La fede è in dubbio, il Papa è messo in discussione, l’Ignoranza sobilla per togliere i crocefissi dalle scuole e dai luoghi pubblici. Dubbie associazioni che un tempo sarebbero state bollate come eretiche – e i cui adepti bruciati sulla pubblica piazza con un pizzico di finocchio – oggi istituiscono la giornata dello sbattezzo. Un illuminismo di ritorno vorrebbe farci credere che la scienza può spiegare tutto e l’uomo è il dio di se stesso e del mondo.
E noi cosa possiamo fare?
lunedì 26 aprile 2010
Critica prescrittiva
MI COMPRO UNA GILERA di Paolo Nori
I libri di Nori funzionano (bene) pressapoco così: che il Nori afferma una cosa precisa nel titolo del libro; poi questa cosa, nel corso del libro, lui evita di descriverla o di farvi riferimento alcuno; il libro si esaurisce in una manciata di pagine e noi si è spesi dai 15 ai 20 euro a legger di scrittori russi e Francesca. Seguono successo di critica e pubblico, blog in adorazione, pagine culturali sui giornali di destra come se piovesse (fango, in special modo). Ma questa volta l'operazione fallisce: Nori effettivamente racconta di un viaggio a Bologna durante il quale si compra una Gilera, giusto per far colpo sulla figlioletta in crisi d'affetto paterno. Bella, questa moto, per carità, tutta cromata e con in regalo anche un casco firmato da Giacomo Agostini. Peccato per il libro, però, che da quel punto lì in poi (ovvero dal titolo), va a scatafascio.
I libri di Nori funzionano (bene) pressapoco così: che il Nori afferma una cosa precisa nel titolo del libro; poi questa cosa, nel corso del libro, lui evita di descriverla o di farvi riferimento alcuno; il libro si esaurisce in una manciata di pagine e noi si è spesi dai 15 ai 20 euro a legger di scrittori russi e Francesca. Seguono successo di critica e pubblico, blog in adorazione, pagine culturali sui giornali di destra come se piovesse (fango, in special modo). Ma questa volta l'operazione fallisce: Nori effettivamente racconta di un viaggio a Bologna durante il quale si compra una Gilera, giusto per far colpo sulla figlioletta in crisi d'affetto paterno. Bella, questa moto, per carità, tutta cromata e con in regalo anche un casco firmato da Giacomo Agostini. Peccato per il libro, però, che da quel punto lì in poi (ovvero dal titolo), va a scatafascio.
venerdì 23 aprile 2010
Microcarver 3
Quel giorno il fratello di Francesco partì per andare a pescare trote e non
si fece vedere per cinque anni. Sua madre smise di parlare, e il cane morì.
Quando tornò disse solo: Ho fame. In quel momento Francesco capì tutto.
si fece vedere per cinque anni. Sua madre smise di parlare, e il cane morì.
Quando tornò disse solo: Ho fame. In quel momento Francesco capì tutto.
mercoledì 21 aprile 2010
Critica prescrittiva
IL PONTE di Vitaliano Trevisan
I resoconti sulle proprie vacanze, siano esse estive o natalizie, seguono generalmente uno schema tanto semplice quanto efficace: un protagonista maschile di 30-40 anni (possibilmente espresso nella forma di un io narrante in prima persona, o di un tu narrante per conto terzi, o di un narratore onniscente affetto da ipermetropismo) è schiacciato fra un lavoro disumanizzante come messo comunale e una famiglia ostile e "mostruosa" (moglie procace ma minus habens, suocera formato tir che cucina fritto tutto il dì, tre figli piccoli che non riescono a regolare la propria perdita di liquidi); tormentato dalla situazione e da inquietanti visioni oniriche (di volta in volta: lui che ammazza il sindaco e la suocera; lui che ammazza la moglie nel sonno; lui che ammazza i figli nel fritto; lui che scopa per ore con la nuova postina del quartiere), accoglie con sospirata trepidazione l'arrivo delle ferie, quando tutto sicuramente cambierà. Il protagonista, con una scusa qualsiasi, si distacca dalla propria famiglia, parte, si fa un paio di settimane al mare (o in chalet prefabbricati in Val d'Aosta), riscopre la fantastica e sorniona bellezza del creato, si ubriaca, si scopa la postina (ma viene un po' troppo in fretta, e c'è la scena del timido imbarazzo, con la postina che rincuora la virilità del nostro), si riconcilia muto e segreto con la famiglia e scende a patti con la propria posizione di insignificante pseudo-burocrate. La vita va avanti noiosa e vuota come sempre, ma almeno gli aperitivi sono buoni.
I resoconti sulle proprie vacanze, siano esse estive o natalizie, seguono generalmente uno schema tanto semplice quanto efficace: un protagonista maschile di 30-40 anni (possibilmente espresso nella forma di un io narrante in prima persona, o di un tu narrante per conto terzi, o di un narratore onniscente affetto da ipermetropismo) è schiacciato fra un lavoro disumanizzante come messo comunale e una famiglia ostile e "mostruosa" (moglie procace ma minus habens, suocera formato tir che cucina fritto tutto il dì, tre figli piccoli che non riescono a regolare la propria perdita di liquidi); tormentato dalla situazione e da inquietanti visioni oniriche (di volta in volta: lui che ammazza il sindaco e la suocera; lui che ammazza la moglie nel sonno; lui che ammazza i figli nel fritto; lui che scopa per ore con la nuova postina del quartiere), accoglie con sospirata trepidazione l'arrivo delle ferie, quando tutto sicuramente cambierà. Il protagonista, con una scusa qualsiasi, si distacca dalla propria famiglia, parte, si fa un paio di settimane al mare (o in chalet prefabbricati in Val d'Aosta), riscopre la fantastica e sorniona bellezza del creato, si ubriaca, si scopa la postina (ma viene un po' troppo in fretta, e c'è la scena del timido imbarazzo, con la postina che rincuora la virilità del nostro), si riconcilia muto e segreto con la famiglia e scende a patti con la propria posizione di insignificante pseudo-burocrate. La vita va avanti noiosa e vuota come sempre, ma almeno gli aperitivi sono buoni.
martedì 20 aprile 2010
Microcarver
Il fratello di mio padre aveva un'officina. A quel tempo riparava soprattutto trattori. Aveva perso due dita in non so quale incidente. Di notte non riusciva a dormire perché, diceva, sognava l'odore del grasso. Sua moglie faceva le parole crociate senza schema.
lunedì 19 aprile 2010
Cave del predil
8 gennaio 1910
Ora di pranzo.
A molti metri di profondità una parete di roccia cede.
È la parete che separa le miniere dal Rio del Lago. In un solo momento tonnellate di ghiaia e acqua si riversano nei tunnel, alcuni tratti di galleria franano, l'acqua scende verso il basso creando un risucchio violentissimo.
giovedì 15 aprile 2010
Critica ignorante
Si apre con questa una rubrica di recensioni crasse e ignoranti, sbrigative, brutali e spicciole, basate principalmente sugli elementi paratestuali di un’opera letteraria, atte a guidare il potenziale lettore in quella selva del superfluo che sono diventati i banconi e gli scaffali di ogni libreria di una certa grandezza.
Lo scopo di questa rubrica sarà quello di illustrare al potenziale lettore tutte quelle strategie di scelta da mettere in opera ogni qual volta ci si voglia dedicare alla denigrazione preventiva di un libro, onde evitarne l’acquisto senza dover sborsare le necessarie palanche per formarsi un’opinione fondata sull’opera, senza essere in possesso di almeno due lauree del tutto marginali, e senza doversi imbarbogire sulle più che sifilitiche pagine culturali dei principali organi di stampa italiani.
Una rubrica che sarà una guida del rifiuto a priori, del pregiudizio inabbandonabile, del disprezzo sommario.
Potenziali lettrici e lettori: benvenuti nella Critica Ignorante.
Lo scopo di questa rubrica sarà quello di illustrare al potenziale lettore tutte quelle strategie di scelta da mettere in opera ogni qual volta ci si voglia dedicare alla denigrazione preventiva di un libro, onde evitarne l’acquisto senza dover sborsare le necessarie palanche per formarsi un’opinione fondata sull’opera, senza essere in possesso di almeno due lauree del tutto marginali, e senza doversi imbarbogire sulle più che sifilitiche pagine culturali dei principali organi di stampa italiani.
Una rubrica che sarà una guida del rifiuto a priori, del pregiudizio inabbandonabile, del disprezzo sommario.
Potenziali lettrici e lettori: benvenuti nella Critica Ignorante.
martedì 13 aprile 2010
Un caso di culo - 4
GM
Non era un pervertito, anzi. Faceva bene a non reprimere gli istinti che lo portavano a ricondurre quell'appuntamento di lavoro ad un'esperienza piacevole. O almeno ad un'esperienza piacevolmente “retrò”. Che abile giuoco di parole! Risate profonde e compiacenti lo stavano scuotendo. Con tutte le probabilità stava creando fantascienza, ma era passata un'eternità da quando era stato con una donna di qualsivoglia foggia. Era sempre troppo impegnato a fare altro e spendeva pochissime energie nei rapporti sociali. A meno di non contare le varie chat o forum a cui si era iscritto negli ultimi tempi.
Per ridere.
Ah Ah.
Non era un pervertito, anzi. Faceva bene a non reprimere gli istinti che lo portavano a ricondurre quell'appuntamento di lavoro ad un'esperienza piacevole. O almeno ad un'esperienza piacevolmente “retrò”. Che abile giuoco di parole! Risate profonde e compiacenti lo stavano scuotendo. Con tutte le probabilità stava creando fantascienza, ma era passata un'eternità da quando era stato con una donna di qualsivoglia foggia. Era sempre troppo impegnato a fare altro e spendeva pochissime energie nei rapporti sociali. A meno di non contare le varie chat o forum a cui si era iscritto negli ultimi tempi.
Per ridere.
Ah Ah.
lunedì 12 aprile 2010
Microcarver
- Nevica, disse lui.
Proprio in quell'istante il bambino si mise a piangere e un piccione,
instupidito dal freddo, colpì la finestra della veranda.
Lei lo guardò, come fosse stata colpa sua.
Proprio in quell'istante il bambino si mise a piangere e un piccione,
instupidito dal freddo, colpì la finestra della veranda.
Lei lo guardò, come fosse stata colpa sua.
domenica 11 aprile 2010
Un caso di culo - 3
GM
Aveva i piedi intorpiditi dal freddo umido che si era insinuato fin sotto i calzini, già bagnati dal sudore.
Era una bi-sensazione di fastidio.
Attorno, il brulicare di fondoschiena era un diversivo allettante.
Più che un diversivo, un riempitivo.
Senza averne coscienza stava fumando, e il fumo si mescolava al vapore condensato del respiro. Faceva un freddo boia, altroché.
Aveva i piedi intorpiditi dal freddo umido che si era insinuato fin sotto i calzini, già bagnati dal sudore.
Era una bi-sensazione di fastidio.
Attorno, il brulicare di fondoschiena era un diversivo allettante.
Più che un diversivo, un riempitivo.
Senza averne coscienza stava fumando, e il fumo si mescolava al vapore condensato del respiro. Faceva un freddo boia, altroché.
giovedì 8 aprile 2010
Un caso di culo - 2
M.F.
Era in un bagno blu piastrellato e contava 12 anni quando sua madre, portatrice di cellulite localizzata, le aveva porto il: Guanto Massaggiatore.
Quasi a suggellare un patto primordiale.
Aveva detto: "Tieni, usalo tutti i giorni. Non penso tu possa capire adesso. Ma ricordati che un giorno me ne sarai grata".
Pausa.
"Usalo tutti i giorni. Non dimenticarlo".
Era in un bagno blu piastrellato e contava 12 anni quando sua madre, portatrice di cellulite localizzata, le aveva porto il: Guanto Massaggiatore.
Quasi a suggellare un patto primordiale.
Aveva detto: "Tieni, usalo tutti i giorni. Non penso tu possa capire adesso. Ma ricordati che un giorno me ne sarai grata".
Pausa.
"Usalo tutti i giorni. Non dimenticarlo".
martedì 6 aprile 2010
Un caso di culo - 1
G.M.
Era inadeguato, profondamente inadeguato. Si sentiva ignorante nel momento in cui doveva sapere le cose. Non le sapeva, perché non le sapeva. Era goffo nel vestito. Nelle mani grassocce e i capelli lanosi. Aveva tutte le cose sbagliate nel momento sbagliato. Era un delitto definirlo un uomo, per i tratti di un'adolescenza che tradiva il panico di avere un'età. Cristo. Era ormai lampante, aveva, fra gli altri, un problema di gestione temporale. Uno scollamento anagrafico tra la percezione del vero sé e di quello che pensava di essere. Una questione dannatamente filosofica, in effetti...
Era un'angoscia. Non aveva un progetto, ne aveva mille. E per nessuno una strategia. Un disegno, un'idea folgorante. Un cazzo.
L'unica cosa che gli rimaneva, penzolante, nella testa, era un'ipnotica rimembranza del culo della donna che passeggiava di fronte a lui. Era impossibile, di nuovo, pensare altrimenti se non a quello.
Era inadeguato, profondamente inadeguato. Si sentiva ignorante nel momento in cui doveva sapere le cose. Non le sapeva, perché non le sapeva. Era goffo nel vestito. Nelle mani grassocce e i capelli lanosi. Aveva tutte le cose sbagliate nel momento sbagliato. Era un delitto definirlo un uomo, per i tratti di un'adolescenza che tradiva il panico di avere un'età. Cristo. Era ormai lampante, aveva, fra gli altri, un problema di gestione temporale. Uno scollamento anagrafico tra la percezione del vero sé e di quello che pensava di essere. Una questione dannatamente filosofica, in effetti...
Era un'angoscia. Non aveva un progetto, ne aveva mille. E per nessuno una strategia. Un disegno, un'idea folgorante. Un cazzo.
L'unica cosa che gli rimaneva, penzolante, nella testa, era un'ipnotica rimembranza del culo della donna che passeggiava di fronte a lui. Era impossibile, di nuovo, pensare altrimenti se non a quello.
Carta Igienica
Sento mio nipote chiamare la nonna.
Io leggo e lui urla. A squarciagola. Non nella mia stessa stanza, grazie a dio.
La chiama ancora, ancora, ancora.
Gli intervalli variano, prende fiato per gridare più forte. La pazienza non è il punto forte di un bambino di 4 anni. Vado a cercarla io la nonna, tanto di leggere non se ne parla proprio.
Anche se non lo vedo so perché la chiama. E' ovvio.
Ha cagato e non sa pulirsi.
Io leggo e lui urla. A squarciagola. Non nella mia stessa stanza, grazie a dio.
La chiama ancora, ancora, ancora.
Gli intervalli variano, prende fiato per gridare più forte. La pazienza non è il punto forte di un bambino di 4 anni. Vado a cercarla io la nonna, tanto di leggere non se ne parla proprio.
Anche se non lo vedo so perché la chiama. E' ovvio.
Ha cagato e non sa pulirsi.
venerdì 2 aprile 2010
Cos’è Sanjuro?
2. Nel luglio 1929, Ernest Hemingway compie 30 anni. Aveva già pubblicato due romanzi: Fiesta e Addio alle armi. Pochi mesi dopo, sulle pagine del New York Journal nasce Popeye. Il suo autore, Elzie C. Segar, ha 35 anni. Nello stesso anno, a ottobre, Faulkner pubblica L’urlo e il furore, e, nel 1930, Mentre morivo. Aveva 32 anni. Sempre nel 1930, Al Capone, nato nel 1899, diventa ufficialmente il Nemico pubblico numero 1. Nel 1915, a 36 anni, Albert Einstein pubblica la teoria generale della relatività. Un paio di anni prima, Igor Stravinskij decide di scandalizzare il suo pubblico, e ci riesce: la prima del balletto La sagra della primavera si trasforma subito in una sommossa. Aveva 31 anni. A 33 anni Gesù era già Cristo.
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